La scorsa notte la polizia di frontiera israeliana ha arrestato Ahed tamimi, nota come la “Shirley Temple” palestinese: 16anni, molto nota nel suo Paese, deve il suo “nickname” non tanto ai ricci capelli biondi simili a quelli dell’attrice statunitense, quanto per i frequenti tentativi di provocare militari israeliani in presenza di telecamere, per poter riprendere l’eventuale reazione e diffondere video rappresentanti la “violenza israeliana”. Nel 2012 Ahed, in riconoscimento di questa attività di provocazione nei confronti di Israele portata avanti sin da giovanissima con il sostegno della famiglia, era stata ricevuta a Istanbul dal primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan.

Schiaffi e calci a due soldati israeliani

L’ultima “impresa” di Tamimi le è però costata cara: venerdì scorso, insieme a due coetanee, ha prima provocato verbalmente due soldati israeliani mentre altre persone riprendevano con i propri cellulari poi, in assenza di reazione da parte dei militari, ne ha prima colpito uno con uno schiaffo, poi li ha presi a calci, infine ha tentato di sottrarre l’arma a uno di essi. Professionalmente preparati ed evidentemente conoscendo bene chi avevano di fronte, i soldati non hanno mai reagito. Nel video si vede uno dei due arrivare a ignorare completamente le tre ragazze, senza neppure guardarle in faccia.

L’arresto in piena notte

Nonostante tutto il video è stato messo in rete ed è presto diventato virale e la tanto desiderata reazione c’è stata: quella della polizia di frontiera che durante la notte tra il 18 e il 19 dicembre ha arrestato Ahed Tamimi nella casa nel villaggio palestinese di Nabi Saleh dove abita con la sua famiglia, i cui componenti sono ben noti alle autorità israeliane come attivisti e provocatori.

Il padre di Ahed, Bassed Tamimi, ha caricato un post su Facebook nel quale dichiara che la polizia di frontiera ha arrestato la figlia senza fornire alcuna spiegazione, procedendo poi a sequestrare tutti i telefoni, i computer e gli altri apparecchi elettronici presenti nell’abitazione per impedire di diffondere immagini dell’arresto.

Sorge qualche dubbio su come il padre abbia potuto caricare il post senza avere a disposizione smartphone, tablet o computer.

E mentre i media israeliani stanno ampiamente diffondendo il video della provocazione di Ahed Tamimi, il ministro dell’educazione Naftaly Bennet ha affermato che la ragazza rischia ora sino a sette anni di carcere.

Gli attivisti palestinesi hanno già lanciato su Twitter lo hastag #freeahedtamimi, mentre Israele si prepara a fronteggiare possibili nuove proteste dopo quelle conseguenti la decisione del presidente Donald Trump di trasferire a Gerusalemme l'ambasciata Usa.

Ecco il video della tentata provocazione:

E infine ecco il video dell'arresto di Ahed Tamimi: