Ingrediente che non può mancare: almeno 500 grammi di ceneri. Affinché il caro estinto diventi un diamante, ci vuole un quantitativo minimo garantito di suoi resti. Proprio così: è possibile trasformare ciò che rimane dei nostri cari cremati, in un diamante o in qualcosa che gli assomiglia molto. Una società svizzera garantisce di fa nascere dalle ceneri dei cari morti ciò che chiama "diamante della memoria". Se un diamante è per sempre, un caro trasformato in carbonio cristallizzato, perché di questo si tratta, lo è altrettanto. "La società si chiama "Algordanza", parola che significa ricordo nel romancio, la lingua del cantone svizzero dei grigioni dove è nata l'impresa.

Il titolare, Rinaldo Willy, 37 anni, leggendo più di dieci anni fa un articolo, è stato folgorato da un'idea. Lo scienziato russo Vladimir Blank, voleva trasformare le ceneri dei morti in diamanti da usare come conduttori dei pc. Willy ha ripreso la suggestione, fino a trasformare una vertigine del pensiero in realtà. La società che ha aperto succursali all'estero, ha clienti prevalentemente tedeschi e asiatici, ma ora cominciano ad essercene anche di italiani. Un business in crescita, tra adesioni entusiastiche e detrattori, che si propone di diffondere una nuova forma di "sepoltura".

La 'diamantificazione'

Il corpo umano è fatto di carbonio, elemento chimico fondamentale che caratterizza la vita su questo pianeta e fornisce parte dell'energia prodotta dalle stelle.

E i diamanti sono fatti di carbonio. Il processo inizia con l'arrivo delle ceneri dei cari nei laboratori in Svizzera. Attraverso procedimenti chimici e fisici, le molecole di carbonio sono separate dalle altre sostanze inorganiche che vengono disgregate e dissolte. Col secondo passaggio, il carbonio estratto viene convertito in grafite.

Passaggio necessario perché avvenga il processo di "cristallizzazione". Nei laboratori si replica ciò che la natura fa in milioni di anni: attraverso 5 grandi macchinari che riproducono la spinta della crosta terrestre che dà origine ai diamanti, la grafite è sottoposta a un aumento di temperatura e pressione fino a valori molto elevati, a 1.200-1.400 gradi e a 60.000 Bar di pressione.

Occorre tempo perché, atomo dopo atomo, nasca la magica pietra. I tempi di lavorazione dipendono da forma e grandezza scelti dal cliente, a seconda del prezzo che può sostenere: da 2 a 13 mila euro. La grandezza del diamante, da 0,3 fino a 1 carato, dipende dal tempo in cui la grafite viene lasciata sotto pressione. Anche la colorazione con sfumature blu, è spontanea e caratteristica del diamante. Le gradazioni di colore dipendono dalla presenza del boro contenuto in ogni corpo umano. Dopo circa 3 mesi, il prezioso è consegnato a domicilio in prevalenza ai clienti di Germania, Svizzera, Austria, Asia, Giappone e Hong Kong. Si realizzano circa 1000 diamanti l'anno per un fatturato di circa 6 milioni di euro.

Clienti cattolici a dispetto della Chiesa

Nei confronti di questa nuova forma di tumulazione, si è espressa la Santa Sede che in un documento recente ne ha vietato la pratica: pur accettando la cremazione dei defunti, non ammette che le ceneri siano divise e trasformate in gioielli. La società temeva un calo nelle vendite, e invece la più grande richiesta viene proprio dai cattolici, abituati al culto delle reliquie. Anche le richieste dall'Italia sono in aumento. Seguono shintoisti e buddisti. Ci sono negoziati in corso per il mercato cinese e quello indiano. Una volta consegnati i diamanti, i clienti li trasformano in gioielli: anelli, pendenti da indossare, o amuleti. Quel che è scritto nella Bibbia, "Polvere sei e polvere ritornerai", a quanto pare ora è da correggere.