La notizia circola da qualche giorno, ed è di quelle destinate a far scalpore: Matthias Sammer, il centrocampista vincitore del Pallone d’oro nel 1996, in un’intervista al quotidiano Bild ha dichiarato che per anni ha fatto parte della Stasi, la principale organizzazione di spionaggio della Germania Est.

Dichiarazione inattesa di Matthias Sammer

In pratica Sammer ha dichiarato che durante la prima parte della sua carriera di calciatore, era anche una Spia al servizio del Ministero per la Sicurezza dello Stato della Repubblica Democratica tedesca.

L’ex Inter sostiene che quella fosse l’unica scelta, in quegli anni, per continuare la carriera da calciatore: ‘C'erano dei vincoli ai quali non potevi sottrarti. All'epoca, a capo della Dinamo Dresda c'era Erich Mielke, ministro della sicurezza nazionale, quindi i giocatori erano regolarmente affiliati a un reggimento subordinato al Ministero della Sicurezza Statale e se volevi giocare, dovevi accettare di farne parte, anche perché era un modo per sfuggire al servizio militare attivo’.

Durante l’intervista l’ex calciatore tedesco ha aggiunto che fare il servizio militare attivo avrebbe significato la fine della sua carriera da calciatore professionista. Nonostante la rivelazione a dir poco sorprendente, Sammer ha anche aggiunto di essere stato costretto ad far parte del sistema di sorveglianza della Stasi, ma che, per sua fortuna, non è mai stato obbligato a spiare qualcuno e di non aver mai dovuto partecipare ad un’esercitazione.

L’ex Pallone d’oro era ben cosciente di cosa significava rifiutare un ordine: il padre Klaus, anche’egli calciatore di professione, anni prima, aveva rifiutato di entrare a far parte della SED, il Partito Socialista della Germania dell’Est, e per questo motivo fù messo fuori dalla Nazionale, cosa che segnò anche la fine della carriera calcistica.

Sammer ha militato in molte squadre importanti, iniziando la carriera da professionista proprio nelle file della Dinamo Dresda, per poi indossare le maglie dello Stoccarda e del Borussia Dortmund, delle quali in seguito è stato anche allenatore, prima di diventare il direttore sportivo del Bayern Monaco. Le due squadre tedesche hanno permesso a Sammer di collezionare un palmares di tutto rispetto: tre campionati di Germania, uno con lo Stoccarda e due con il Dortmund; con il Borussia vince anche due Supercoppe di Germania e la Uefa Champions League del 1996-1997, prima di salire sul tetto del mondo conquistando la Coppa Intercontinentale nel 97’ sempre con il Borussia Dortmund.

Meno felice, e meno ricca di successi, è stata l’esperienza all’Inter quasi agli inizi della carriera: il tedesco infatti ha militato nei nerazzurri nella stagione 1992-1993, senza lasciare un ricordo indelebile.

La Stasi

Il Ministero per la sicurezza dello Stato della Germania Est, più noto con il nome di Stasi, è rimasto famoso per aver arruolato numerose persone comuni tra le sue fila, con l’obiettivo di controllare gli altri concittadini per evitare l’insorgere di moti contro il governo autoritario della Germania dell’Est. Il primo capo della Stasi fu proprio Erich Mielke, lo stesso dirigente della Dinamo Dresda di cui Sammer faceva parte. La polizia segreta aveva il compito di monitorare il comportamento politico dei cittadini della Germania Est: una volta individuato un comportamento non conforme al fine politico, il soggetto veniva costretto ad abbandonare la propria posizione sociale o lavorativa.

La stessa sorte toccata a Klaus Sammer, il quale, per un rifiuto, vide la sua carriera stroncata nel momento in cui poteva riservare ancora tanti successi. Dopo la caduta del Muro di Berlino nel 1989, venne alla luce che negli anni precedenti la Stasi aveva appoggiato numerosi gruppi terroristici, come la RAF, i quali furono costretti a sciogliersi anche per la perdita del supporto della polizia segreta.