A due giorni di distanza dall'arresto di Norbert Feher emergono le prime dichiarazioni rilasciate dal killer in occasione dell'interrogatorio effettuato dai giudici spagnoli. In questo breve periodo di detenzione è stato sentito prima dal giudice dell'Audiencia Nacional, Carmen Lamela, interrogatorio che è stato svolto in videoconferenza su richiesta delle autorità italiane, dopodiché dal giudice di Alcaniz. in Aragona, il territorio dove ha freddato due agenti della guardia civil e un cittadino.

Le dichiarazioni di Igor di Budrio

In un primo momento era stata diffusa la voce che l'ex ricercato non intendesse rispondere alle domande degli inquirenti, e che non si sarebbe mostrato collaborativo.

In seguito però sono state diffuse le sue prime dichiarazioni, anche se si tratta di poche informazioni. Feher ha dichiarato di essere arrivato in Spagna a Settembre, e di non avere un luogo di lavoro. Avrebbe inoltre accettato di essere trasferito in Italia per essere processato per i crimini che ha commesso sul nostro territorio, cosa che potrà avvenire, in base alle regole del mandato di cattura europeo, solo dopo che sarà stato processato in Spagna.

Si muovono le autorità italiane

Una delle quattro pistole di cui era in possesso il killer al momento in cui per lui sono scattate le manette ai polsi potrebbe essere quella usata per uccidere in Italia. La procura bolognese intanto ha già avanzato la richiesta per l'acquisizione di tutti i documenti e dei verbali dell'interrogatorio.

E' stato inoltre richiesta l'acquisizione del file audio dell'udienza tenuta da Igor, in quanto la voce del killer è uno degli elementi che mancano agli inquirenti italiani. Anche l'analisi dei supporti informatici sequestrati a Igor nel momento della cattura sarà condivisa tra gli investigatori dei due paesi.

I Ros che nei mesi scorsi si erano occupati di questo tipo di indagini si sono recati in Spagna per svolgere questo compito, e si pensa che nel giro di una settimana il materiale potrà essere analizzato.

La ricerca dei complici

Proseguono incessanti le indagini per dare un volto e un nome a quanti hanno agevolato la fuga dall'Italia e la latitanza del criminale.

I sospetti degli inquirenti si concentrano su una rosa di dieci persone, sei delle quali sono di nazionalità italiana. Tra questi anche l'ex compagno di cella del killer, monitorato da mesi, che respinge le accuse e sostiene di avere detto alle forze dell'ordine quanto poteva in merito a Igor di Budrio.