E' stata trovata morta al sesto piano di un albergo di Kuala Lumpur, capitale della Malesia, dopo essere precipitata dal 20esimo. Fine tragica, inquietante e misteriosa quella di Ivana Smit, giovanissima e avvenente modella olandese. Per la polizia locale, un suicidio. Per la famiglia della 18enne, trovata nuda e con segni sospetti sul corpo, dietro questa morte c'è ben altro: un orrendo crimine. Il caso ricorda quello altrettanto tragico della nostra connazionale, Martina Rossi, precipitata da una stanza di un albergo di Palma di Maiorca nell'estate 2011 per sfuggire a una violenza.

Inizialmente si era creduto a un suicidio anche in questo caso.

La ricostruzione dei fatti

La povera ragazza è stata trovata morta lo scorso 7 dicembre. Era nuda, riversa a terra su un balcone al sesto piano di un albergo della capitale malese, dopo essere precipitata dal 20esimo piano dove aveva trascorso la notte. La polizia ha redatto un rapporto in cui si dà per assodato che la modella dalla doppia nazionalità, olandese e belga, si sia suicidata. Una ricostruzione approssimativa che liquida in maniera troppo frettolosa un caso invece sospetto: ci sarebbero torbidi retroscena criminali, secondo i familiari dell'indossatrice che sfilava per Chanel ed altri noti marchi della moda. I familiari sono certissimi del fatto che la giovanissima, che era brillante e motivata, non avrebbe avuto alcun motivo di uccidersi.

Il rapporto del commissariato di polizia dice che la sera prima Ivana aveva partecipato a una festa in un locale nel quartiere di Bangsar in compagnia di un coppia di amici, un americano con la fidanzata. Dopodiché, i tre avrebbero fatto ritorno in albergo: la coppia si sarebbe messa a dormire in una stanza, la ragazza in un corridoio.

Finché, in maniera incomprensibile, avvicinandosi al balcone e trovandosi nuda sarebbe precipitata andandosi a schiantarsi contro un tendone al sesto piano. Sul corpo della ragazza sono state trovate tracce di alcol ed ecstasy. Per la famiglia non si è buttata e men che mai è caduta.

Un padre investigatore

Il padre della modella, Marcel Smit, non ci vede chiaro.

All'obitorio ha esaminato il corpo di sua figlia in cerca della verità. Strani lividi sul collo, racconterebbero ben altra fine che non il suicidio. Sarebbero segni di strangolamento per Smit che non vuole che il caso venga chiuso, o lasciato alle autorità malesi che l'hanno già derubricato come morte improvvisa. Il ministero degli Esteri olandese ha confermato che il caso sarà trasmesso all'Interpol, ma ancora non è chiaro se riuscirà a indagare sulla vicenda. Si sa che Ivana giovedì scorso alle 7 e 25 aveva inviato un selfie al suo ragazzo. Forse l'incidente sarebbe avvenuto verso le 10, ma stranamente il corpo della ragazza è stato trovato solo verso le 15.

La perseveranza, il coraggio e anche l'animo investigativo dei genitori possono imprimere a storie, altrimenti archiviate come incidenti o suicidi, un finale diverso.

Così grazie all'azione di anni dei genitori di Martina Rossi, finalmente il prossimo 13 febbraio inizierà il processo contro Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, "amici" della ragazza, precipitata dal sesto piano del balcone dell'Hotel Sant'Ana di Palma di Maiorca il 3 agosto del 2011, per sfuggire ad una violenza sessuale. I due devono rispondere di tentata violenza e di aver provocato la morte della ragazza come conseguenza dell'altro reato. I genitori, dopo le indagini sbrigative degli inquirenti spagnoli, sono riusciti a far riaprire il caso dalla magistratura italiana. Ma ci sono voluti anni, e la capacità di una madre e di un padre di oltrepassare il dolore e la burocrazia nel tortuoso cammino per ripristinare la verità.