L'annuncio è stato dato finalmente dal ministro Alfano durante la registrazione di Porta a Porta, in cui dice di aver stabilito un incontro con il collega Boris Johnson per oggi. Il giudice britannico, infatti, ha accettato l'investigazione europea sul caso in quanto dobbiamo ricordare che Giulio Regeni, oltre ad essere italiano, era anche un ricercatore Cambridge. Proprio per questo, per alfano, il passo avanti ha rappresentato un vero e proprio successo. In seguito a ciò, la professoressa di Cambridge verrà interrogata.

Ma ricordiamo ciò che è successo nei primi mesi del 2016 e ciò che ha portato ad aprire il caso.

Le circostanze dell'omicidio

Il crimine è stato commesso tra gennaio e febbraio 2016, ma il corpo è stato ritrovato solo 3 febbraio, constatando invece il 25 gennaio come il giorno del suo rapimento. Il tutto è avvenuto in Egitto, dove il giovane Regeni stava compiendo alcune ricerche per conto dell'Università di Cambridge, di cui era diventato ricercatore italiano. Le condizioni di ritrovamento del cadavere, il quale era completamente mutilato e torturato, hanno fatto pensare subito che non si fosse trattato di un semplice omicidio per rapina o per altri motivi, ma che ci fosse qualcosa di più grave sotto. Considerando anche il fatto che il corpo è stato ritrovato vicino ad una prigione dei servizi segreti egiziani.

Il tutto, infine, è stato aggravato da alcuni depistaggi. Tutto ciò, dunque, ha portato a pensare a tutto il mondo e, in particolare, all'Italia, che c'entrasse il coinvolgimento del governo egizio. Le motivazioni, però, restano tutt'ora sconosciute.

Le successive indagini

I depistaggi sopracitati riguardano il fatto che il governo egiziano ha prontamente archiviato il caso come semplice incidente stradale, negando tutto ciò che potrebbe essere ricondotto a torture come tagli da coltello e fratture varie, aspetti invece evidenziati dall'autopsia.

La "piena collaborazione" egiziana si è poi rivelata fasulla in quanto le autorità italiana hanno avuto poco su cui indagare e poche persone da interrogare. Tutto ciò ha portato lo Stato Italiano a pensare ad un forte coinvolgimento da parte dei servizi segreti egiziani in ciò che è successo, sostenendo che probabilmente il movente si trovi nell'attività di ricerca che Regeni stava svolgendo nel territorio del Cairo.

Dunque, l'attenzione si è poi spostata sull'Università di Cambridge e sui vari professori coinvolti. In particolare, si tratta della professoressa di Giulio Maha Abdel Rahman, accusata di non aver detto tutta la verità sull'oggetto della ricerca e su altre circostanze.