È accaduto nel ristorante giapponese “JinJa” a Roma, nel quartiere Parioli in via Guidubaldo del Monte, il 9 dicembre.

Tre ragazze e un amico pranzano tranquillamente e tutto si svolge per il meglio fino a quando non viene recapitato il pre-scontrino a tavola. Un foglietto che non lascia dubbi: "Tavolo 86-ciccione".

"All'inizio -racconta una delle commensali -l'abbiamo presa a ridere". Nessun dramma quindi ma quando si sono recati alla cassa per pagare e hanno chiesto al personale addetto il motivo per cui sul pre-scontrino vi fosse quella parola, ciccione, l'atteggiamento della persona che era lì in quel momento li ha lasciati perplessi.

Raccontano, infatti, che il cassiere non ha dato nessuna spiegazione. Non ha neanche tentato di buttarla sul ridere o di dire che il nomignolo fosse riferito a qualcuno dei camerieri. Semplicemente l'addetto si è limitato a prendere il pre-scontrino e stracciarlo. Non una parola di scuse né qualche battuta per cercare di spiegare un eventuale malinteso.

Il post su Facebook

È proprio questa maleducazione ed insensibilità ad aver mandato le tre ragazze fuori dai gangheri. Anche perché, come racconta Elisa, la taglia per la sua amica rappresenta davvero un problema e questo tipo di atteggiamento può risultare davvero offensivo e denigrante. È stata proprio Elisa Barbolini a rendere nota questa storia mettendo sul suo profilo Facebook la foto dello scontrino incriminato.

Per spiegare la foto ha scritto un post dove specifica che in cassa, mentre due delle sue amiche erano fuori a fumare una sigaretta, lei e il ragazzo che le accompagnava hanno chiesto spiegazioni. Ma anche difronte alle proteste dell'amico, nessuno ha chiesto scusa. La sola reazione, scrive sempre Elisa su Facebook, è stata quella di affrettarsi a fare lo scontrino fiscale per toglierle dalle mani l'altro.

La ragazza racconta anche di aver, infine, scritto una recensione su TripAdvisor. Probabilmente i gestori di questo ristorante se la ricorderanno a lungo. Il post conclude con la frase: "Bodyshaming ne abbiamo?". Il bodyshaming, per chi non lo sapesse, è una tendenza che ha preso piede a partire dall'estate scorsa e consiste nel giudicare la persona che si ha davanti in base alla forma del corpo (dall'inglese body che significa corpo, e shame, vergogna).

Un'attitudine di giudizio superficiale che, come sempre, colpisce le persone che sono già in difficoltà poiché emarginate da una società che spesso non accetta chi non è conforme agli standard di bellezza imposti.

La risposta del ristorante

Quando la vicenda ha iniziato ad incalzare sui social, i ristoratori hanno finalmente risposto, facendo presente ad una testata locale che si trattava semplicemente di alcuni nomignoli che si danno tra di loro i camerieri. Ribadisce il titolare che è una consuetudine tra i suoi dipendenti: c'è il Bello, il Maschio e anche il Ciccione. Se anche si trattasse di uno spiacevole malinteso sarebbe stato meglio chiarirlo immediatamente e non aspettare che la storia divenisse virale.