Nei supermercati di tutta Europa sono presenti ormai prodotti che provengono da ogni parte del mondo, purché rispettino le direttive alimentari imposte dall'Unione Europea. Però, un Paese produttore, sembra avere una qualche agevolazione e un occhio di riguardo particolare: si tratta della Cina.

Il libro dell'ex manager Christofe Brusset

L'industria agroalimentare cinese è molto incisiva nel mercato mondiale, non solo grazie ai bassi costi di produzione e lavorazione ma anche, forse soprattutto, a causa delle scarsa regolamentazione nell'utilizzo di pesticidi e altre sostanze tossiche che portano il prodotto a crescere velocemente e a durare di più.

Un manager francese dell'industria alimentare ha scritto un libro chiamato "Siete pazzi a mangiarlo" in cui descrive dettagliatamente i processi di lavorazione, imballaggio e commercializzazione di prodotti che provengono dai paesi asiatici, come la Cina appunto.

"Per 20 anni ho lavorato con grandi aziende che possedevano moltissime certificazioni di qualità, ma sono tutte di facciata" dichiara Brusset, chee continua: "per queste industrie il Cibo non è nobile, è solamente un mezzo per fare soldi". Inoltre il manager dichiara che fabbricare cibo al giorno d'oggi non è mai stato così economico e semplice, grazie alla globalizzazione e la scarsa regolamentazione di politiche di sicurezza alimentare in alcuni Paesi del mondo.

Per fare un esempio un produttore, italiano o europeo, può comprare materie prime coltivate senza particolari limitazioni sui pesticidi e altre sostanze vietate in Europa; in questo modo il prodotto finale sarà un Made in Europe ma con l'apporto di qualche ingrediente extracomunitario coltivato senza controlli. Nel libro l'autore spiega come è arrivato a queste conclusioni, specialmente citando la Cina come il "paradiso della corruzione e della frode".

Il tè tossico cinese venduto in Europa

Il manager Brusset nel libro racconta di come è venuto a conoscenza del sistema marcio e corrotto francese grazie a un'esperienza personale. Un giorno quando era al lavoro stava parlando con un importatore di tè cinese che gli raccontava di avere in magazzino all'incirca 300 tonnellate dell'erba per la bevanda prodotta in Cina piena di pesticidi, così tanti da "ammazzare un cavallo" disse l'importatore.

La merce una volta arrivata alla dogana francese fu ispezionata, ma a differenza di altre volte lo stock fu bloccato. Quel giorno vennero fatti controlli in tutta Europa sui prodotti cinesi e tutti risultarono fuori norma, quindi in teoria sarebbero dovuti essere distrutti. Ma in Francia le cose non andarono così: i doganieri approvarono l'ingresso dei prodotti. Brusset, solo successivamente, riuscì a farsi raccontare la verità da un alto funzionario delle dogane che gli raccontò come il governo francese non aveva alcuna intenzione di inimicarsi la Cina. Questo perché il paese asiatico avrebbe potuto bloccare i prodotti francesi in ingresso in Cina, oltre a non comprare più aerei militari francesi.