Una vicenda torbida. Il magistrato Santino Mirabella appartenente alla procura della repubblica della città di Catania, ha sospeso dai loro incarichi per un anno tre Carabinieri in servizio presso la caserma di Mascalucia, nel capoluogo di provincia Etnea. I tre sospettati un comandante, un appuntato e un maresciallo appartenenti alla stazione del piccolo paesino, sono sospettati di avere mentito sulla condotta di un presunto pedofilo per incastrarlo. I carabinieri sottoposti al provvedimento hanno comunque presentato ricorso alla decisione del giudice e i fatti rimangono ancora da chiarire.

La vicenda

Qualche anno fa una donna si era presentata presso il comando dei carabinieri di Mascalucia assieme al marito. La signora voleva denunciare il loro domestico cingalese di trenta anni per abusi sessuali. La querelante infatti, secondo quanto la figlia le aveva raccontato, sosteneva che la sua piccola di 7 anni era stata presa di mira dall'uomo, il quale con la scusa del gioco abusava sessualmente di lei. I militari quindi avevano avviato delle indagini sulla base della denuncia effettuata dalla mamma della bambina. Il presunto pedofilo forse era solito portare la bambina, nello scantinato dell'abitazione presso cui prestava servizio per violentare la piccina. I militari della benemerita quindi avevano organizzato un appostamento in casa della madre della bimba, per sorprendere l'orco intento a palpeggiare la presunta vittima.

In realtà il ministero di Grazia e Giustizia aveva preteso dagli inquirenti maggiori prove prima di procedere all'operazione di polizia per incastrare il presunto maniaco.

Le affermazioni dei militari

Durante quell'appostamento i carabinieri hanno sostenuto di avere sorpreso in flagranza di reato il sospettato e di avere agito per il bene della piccola.

Per cui hanno denunciato l'indagato e riferito l'accaduto al ministero. Il presunto colpevole invece nel luglio scorso, assistito dallo studio legale Tarantino ha difeso la sua posizione sostenendo di essere innocente. La madre della piccola poi, ha testimoniato sulla vicenda dichiarando di non avere assistito a nessun abuso in quella particolare circostanza, per cui la vicenda si è ulteriormente complicata per i malcapitati carabinieri, che probabilmente hanno agito in buona fede.

Gli appartenenti all'arma quindi sono stati sospettati per questo di avere mentito sul caso per incastrare il sospettato, con il rischio che le accuse a carico dell'uomo possano cadere e che il presunto maniaco possa essere giudicato una vittima del sistema.