La Corte di Cassazione con una recente sentenza ha ridisegnato i criteri di sicurezza degli edifici pubblici, in particolare quando trattasi di edifici scolastici siti in zone a rischio sismico, indipendentemente dal fatto che tale rischio sia più o meno alto. Vediamo di capire su quali basi di fatto e di diritto gli Ermellini sono arrivati ad emettere una decisione che potrebbe impattare notevolmente sulla vita quotidiana di milioni di studenti e delle loro famiglie, dato che una larga parte del nostro territorio è caratterizzato da un certo grado più o meno alto di sismicità.

I fatti dietro la decisione della Corte

Il Supremo Collegio si è trovato a decidere intorno al ricorso promosso dalla Procura di Grosseto contro il Sindaco del Comune di Roccastrada, Francesco Limatola, che precedentemente aveva ottenuto la riapertura di un edificio scolastico in quanto il rischio sismico era stato considerato minimo. Infatti, in una scala percentuale dove 1 era considerato il livello massimo di sicurezza sismica, la Scuola in questione aveva totalizzato un punteggio di 0,985.

D'altra parte il Sindaco Limatola era stato indagato dalla Procura di Grosseto, in base alla documentazione depositata, per omissione d'atti d'ufficio. Avrebbe dovuto, infatti, a parere della Procura, ordinare immediatamente la chiusura del plesso scolastico incriminato, quello della frazione Ribolla.

E questo perché il certificato di idoneità statica indicava chiaramente che l'edificio non era idoneo dal punto di vista sismico. Cosa risaputa almeno dal 2013. Infatti il certificato riportava la data del 28 giugno 2013

Il Sindaco aveva presentato ricorso in Corte d'Appello contro la decisione di primo grado che chiudeva i battenti di una scuola in cui erano presenti classi primarie e secondarie e che era frequentata da più di 300 alunni.

La corte d'Appello non aveva rilevato un pericolo imminente di crollo nonostante si trattasse di una struttura utilizzata fin dagli anni 60. Per questo il 26 aprile 2017 aveva accolto il ricorso del Sindaco e tolto i sigilli alla scuola.

La motivazione della sentenza del Supremo Collegio

La Procura di Grosseto ha presentato ricorso in Cassazione contro la decisione della Corte d'Appello e che gli Ermellini hanno accolto.

La Cassazione ha infatti accettato l'interpretazione della Procura, in base alla quale la scuola doveva essere chiusa. Infatti la non prevedibilità degli eventi sismici rende attuale il pericolo per l'incolumità pubblica tanto più se c'è una violazione, anche minima, della normativa di settore. E questo anche se nelle immediate circostante non esiste un pericolo imminente di crollo.

Secondo gli Ermellini la norma di settore ha l'obiettivo di realizzare un contenimento del rischio, indipendentemente dal fatto che esso sia attuale o futuro. Per questo, a parere dei supremi giudici, esso rileva sempre ai fini dell'applicazione del sequestro preventivo. La scuola va quindi chiusa e posta nuovamente sotto sequestro.