In molti almeno una volta si sono fermati a pensare che cosa farebbero se il proprio medico gli dicesse che gli rimane poco tempo da vivere. Rispondendo alla domanda da persone 'sane' che non si pongono realmente il problema, c'è chi sostiene che si metterebbe a viaggiare fino all'ultimo, chi invece spenderebbe tutti i propri risparmi per divertirsi e fare ciò che non ha mai fatto e magari avrebbe sempre voluto fare. Ma è davvero così? Probabilmente no. E' quanto emerge analizzando i desideri e le priorità di quelle persone a cui il medico ha detto veramente che gli rimane poco tempo da vivere.

Ne emerge che l'elenco delle cose da fare prima di lasciare la dimensione terrena è molto diverso da quello che si pensa comunemente. E' quanto emerge dalle testimonianze rilasciate da malati terminali di tutto il pianeta sul sito Quora, che dispensano consigli a quanti danno per 'scontato' il proprio tempo.

I consigli dei malati terminali

"Da malato terminale, che cosa consigli alle persone vive?". La domanda in rete ha scatenato un putiferio di risposte, per fare in modo che le persone imparino a non dare la propria vita per scontata e l'apprezzino al massimo. "Mi sento più fortunata che mai", racconta una signora che è costretta a combattere per la sua sopravvivenza ed è confinata in casa, riuscendo a uscire solo nel giardino della sua abitazione ogni quindici giorni.

"Ora le mie priorità mi sono chiare, mi interessa la mia famiglia ed i miei cari. Ci tengo che sappiano precisamente quanto li amo". La malattia le ha radicalmente fatto cambiare idea su ciò che riteneva fondamentale e importante nella sua vita, e ora riesce ad apprezzare ogni momento trascorso con i suoi familiari, senza perdere la pazienza dopo una brutta giornata quando i figli reclamavano ancora la sua attenzione.

Apprezzare i piccoli momenti

Un uomo malato di tumore ha testimoniato di avere iniziato ad apprezzare le piccole cose della vita che spesso vengono date per scontate da chi non ha problemi di salute, come ricordare i bei momenti del passato, o trascorrere un po' di tempo seduto a contemplare il sole. E ha sottolineato come in queste circostanze sia necessario sviluppare empatia nei confronti delle persone vicine, che ci sostengono.

"Ho perduto i miei cari per il tumore, e adesso che lo sto affrontando anch'io, credo che sia stato molto più difficile emotivamente affrontare la loro perdita".

Tra i malati terminali c'è chi ha iniziato a scrivere un diario di ringraziamento, tenendo il conto delle benedizioni che gli sono state fatte da quando a soli trentadue anni di vita gli erano stati dati pochi mesi di vita. Altri hanno consigliato di spendere il proprio denaro in favore delle persone a cui si vuole bene. L'uomo tende a non pensare al trascorrere del tempo fino a quando le circostanze non ci costringono a farlo. Forse è il caso di seguire i consigli di chi non ha più tempo a disposizione, fintanto che ne abbiamo.

I numeri dei malati terminali

Il video testamento registrato da Marina Ripa di Meana pochi giorni prima della sua morte ha riacceso il dibattito sui malati terminali, e sul diritto di questi di non soffrire. L'attrice ha confidato che aveva pensato di recarsi in Svizzera per porre fine alle sue sofferenze mediante il suicidio assistito, ma di aver rinunciato a questo proposito dopo avere appreso della possibilità di fare ricorso in Italia alle cosiddette cure palliative, ed è proprio per fare conoscere questa possibilità che ha deciso di realizzare il video. Si tratta di una dura realtà che riguarda ogni anno 313mila persone malate terminali, che nel nostro paese hanno a disposizione solamente 229 centri specializzati, con una capacità complessiva di 2.500 posti letto.

Secondo quanto emerso numerosi connazionali - si parla di due terzi della popolazione - ignorano questa possibilità, sancita dalla Legge 38 del 2010. Nel 2017 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha sottolineato l'importanza delle cure palliative per evitare il dolore e dare dignità alla morte dei malati terminali, e come la necessità di queste sia notevolmente cresciuta con l'invecchiare della popolazione.