I fatti sono avvenuti a Santa Maria di Zevio in provincia di verona, dove due ragazzi minorenni, di 13 e 17 anni, sono accusati dell’omicidio del senzatetto che è stato trovato carbonizzato nell’incendio dell’auto verificatosi nella sera del 19 dicembre scorso. Si chiamava Ahamed Fdil ed era un marocchino di 64 anni che, dopo aver perso il proprio lavoro, aveva trasformato l’auto, una Fiat Bravo, nella propria casa. Ed è proprio qui che negli ultimi tempi, secondo alcune dichiarazioni fatte degli abitanti della zona, l’uomo era diventato l’obiettivo di un gruppo di teppisti, che spesso gli davano fastidio, tirandogli addosso anche piccoli petardi.

Proprio con questi e con dei mucchi di carta quella sera due ragazzi avrebbero appiccato il fuoco che ha trasformato la sua auto in una spaventosa torcia.

Una storia di sofferenze

Ahamed Fdil, era emigrato in Italia dal Marocco da più di 25 anni per trovare un lavoro. Qui, in una fabbrica della zona, era stato a lungo impiegato come operaio specializzato, ma la crisi degli ultimi anni lo aveva lasciato sul lastrico, privandolo col tempo di tutto ciò che era riuscito a mettere da parte. Viveva ormai da tempo a pochi chilometri da Verona, per strada e la sera, per dormire, trovava rifugio nella Fiat Bravo dove lo ha raggiunto anche la terribile morte. Quando, quella sera, i vigili del fuoco sono arrivati sul posto e hanno spento l’incendio innescato dai due adolescenti hanno potuto trovare solo il suo cadavere riverso all'esterno dell’auto, in corrispondenza della portiera anteriore destra.

Negli ultimi mesi, inoltre, il povero Fdil era ormai maltrattato anche da alcuni ragazzini. La sera della sua morte, un testimone ha raccontato di aver sentito per l’ennesima volta un botto prima di affacciarsi alla sua finestra e scorgere le fiamme che ormai divampavano già alte.

Dopo quasi un mese, a poca distanza dal piazzale in cui è maturata la tragedia, sull’asfalto ci sono ancora i resti di cartone e dei petardi esplosi nell’occasione.

Le indagini

Dopo che in un primo tempo si era ipotizzato che il povero senzatetto fosse morto per un rogo innescato da un mozzicone di sigaretta, gli accertamenti condotti dai militari dell’Arma dei Carabinieri hanno portato alla luce una nuova e terribile verità. Al loro vaglio è passata dunque l’ipotesi che l’incendio sia stato appiccato dai minorenni che lo tormentavano e la magistratura di Verona ha interessato la Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minori di Venezia, dove i minori ora risultano indiziati di reato.

Si tratta di due amici, di 13 anni e 17 anni, entrambi figli di immigrati. Il più piccolo, peraltro, non è nemmeno imputabile dal momento che è ancora troppo giovane. I due avrebbero dichiarato di essersi trovati in piazza, per poi recarsi sul posto, con della carta presa in una pizzeria. Un pezzo di carta sarebbe finito anche all’interno dell’auto attraverso il finestrino. Tentando di giustificarsi i due avrebbero detto che si era trattato di un banale scherzo e che non non c’era l’intenzione di fare del male. Ma lo scherzo, purtroppo, si è trasformato in tragedia, specie per il povero Fdil.