Chi è stato il vero deus ex machina del governo guidato da Matteo Renzi tra il 2014 e il 2016? A giudicare dalle dichiarazioni di Carlo De Benedetti, editore del Gruppo Espresso, audito dalla Consob (l’autorità che vigila sulle operazioni in Borsa) l’11 febbraio 2016, il ‘capo occulto’ sarebbe stato proprio lui. Nel tentativo di discolparsi dalle accuse di insider trading sulla vicenda banche popolari, De Benedetti non si limita solo a fornire date e numeri, ma si lascia andare a delle involontarie (?) confessioni sui suoi rapporti con l’allora premier, Matteo Renzi, e con i ministri Maria Elena Boschi e Pier Carlo Padoan.

Il quadro che ne emerge è quello di un vertice dell’esecutivo prono ai desiderata del nemico numero uno di Silvio Berlusconi.

Il verbale di De Benedetti: fu Renzi a pregarmi di fornirgli i miei ‘pareri’

I primi a pubblicare il contenuto del verbale difensivo di Carlo De Benedetti, ascoltato dal responsabile dell’Ufficio abusi di mercato della Consob, Giovanni Portioli, l’11 febbraio 2016, sono stati ieri i giornalisti Lorenzo Bagnoli e Angelo Mincuzzi sul Sole24Ore. Notizia poi ripresa oggi dal Fatto Quotidiano. Secondo De Benedetti, dunque, con Renzi si tenevano molto spesso delle colazioni insieme (lui le chiama “breakfast” in maniera molto british) a Palazzo Chigi. Fu proprio l’attuale segretario del Pd, a sentire il racconto dell’ingegnere, a chiedergli di conoscerlo quando era ancora sindaco di Firenze e i due si davano rispettosamente del lei.

Il giovane Renzi voleva “chiedere pareri e consigli” all’esperto De Benedetti. E lui accettò di buon grado, se pur vantandosi di aver risposto con rudezza: “Va benissimo, ma se lei fa una ca**ata io le dico ‘caro amico è una ca**ata’”.

Il Jobs Act ‘gliel’ho suggerito io’

Carlo De Benedetti non solo non pensa di nascondere questa imbarazzante circostanza per Renzi, ma si vanta addirittura di essere stato lui il padrino politico della riforma del lavoro conosciuta con il nome di Jobs Act.

Fu lui, dunque, a suggerire all’allora inquilino di Palazzo Chigi di puntare come prima cosa sul tema del lavoro e, per questo motivo, rivela che “il Jobs Act gliel’ho suggerito io all’epoca”. Consiglio che sarebbe valso all’editore di Repubblica la gratitudine di Renzi.

Le cene con Boschi e Padoan

Ma il rapporto di simbiosi tra la tessera numero 1 del Pd e il governo Renzi non si esaurisce ai breakfast con il rottamatore.

Sempre nel verbale Consob dell’11 febbraio 2016, De Benedetti tira in ballo la profonda amicizia con Maria Elena Boschi, ex ministro delle Riforme e attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio. “Non la incontro mai a Palazzo Chigi - racconta De Benedetti - lei viene sovente a cena a casa nostra”. Ma non solo la Boschi. Le cene conviviali a casa De Benedetti prevedevano anche la partecipazione del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Buoni rapporti poi, conclude la sua deposizione De Benedetti, ci sono anche con il governatore di Bankitalia Vincenzo Visco.