Non sono bastate le immediate scuse dell’azienda a placare le polemiche per la pubblicità H&M accusata di razzismo, che mostra la foto di un bimbo di colore con addosso una felpa verde. E fino a qui nulla di strano. La questione è tutta nella scritta: ‘The coolest monkey in the jungle’, ‘La scimmia più bella della giungla’. Quella che per la catena di abbigliamento svedese doveva essere, forse, una simpatica trovata pubblicitaria, è stata invece condannata da tutto il mondo come un atto di razzismo.

In molti attraverso i social hanno espresso la loro immediata indignazione.

H&M si è quindi prontamente e pubblicamente scusata con tutti coloro che si sono sentiti offesi eliminando il poster e negli Stati Uniti anche il prodotto. Ma a poco è servito con la notizia che nel frattempo aveva fatto il giro del pianeta. E il dubbio rimane: becero errore o razzismo?

Le reazioni indignate sui social

Tra le tante reazioni apparse sui social quella dell’attore e sceneggiatore statunitense Jaleel White che rifiuta nettamente la possibilità di un grossolano errore: "Mi rifiuto di credere che l'intera azienda possa essere così stupida e insensibile”. Durissimo anche l’intervento della popstar canadese The Weeknd, che su Twitter ha annunciato l’interruzione di ogni tipo di collaborazione con H&M.

Dal mondo dello sport accuse dalla stella NBA LeBron James: "Avete sbagliato tutto! Questo è inaccettabile", e dal centrocampista dell'Eintracht Francoforte ed ex Milan Kevin Prince Boateng con un sarcastico ‘Siete seri?’ postato su Twitter seguito dagli hashtag ‘hanno perso la testa’ e ‘no al razzismo’.

Cattivo gusto di un manifesto o razzismo?

Tutte le pubblicità di successo hanno qualche elemento che colpisce il pubblico e rimane impresso nell'immaginario collettivo: qualcosa del genere avranno pensato i pubblicitari del marchio di abbigliamento svedese nell’ideare questo manifesto che è invece sembrato del tutto inappropriato ai più.

Alla polemica sulle presunte affermazioni razziste della divisione sudafricana dell’azienda, che aveva affermato di preferire modelle bianche per offrire ‘un'immagine più positiva’, avranno invece fatto riferimento quelli che da tempo accusano di razzismo H&M.

Il marchio svedese è di successo anche grazie a una certa filosofia commerciale aperta a tutti e alla trasversalità dei prezzi, motivo in più per cui, soprattutto da un azienda così, ci si aspetterebbero dei messaggi diversi. O quantomeno che non ammettessero fraintendimenti.

L’azienda svedese è però un concentrato di contraddizioni e, come ci ricorda l’Agi, andrebbe messa all'indice principalmente per le gravi violazioni dei diritti dei lavoratori nei suoi stabilimenti asiatici, arrivate fino all’utilizzo del lavoro minorile con operai anche quattordicenni.