In un periodo in cui i medici e le aziende ospedaliere sono nell'occhio del ciclone per i casi legati alla malasanità e alle inefficienze per assicurare assistenza medica ai soggetti con l'influenza, si è aggiunto un ulteriore tassello legato questa volta all'indennità ai medici. Si tratta di 230 euro che, corrisposti mensilmente dal 1° Luglio 2017 al 21 Dicembre 2019, potrebbero andare ad incidere sulle finanze pubbliche per oltre 8 milioni di euro all'anno: la deliberazione prevede anche la possibilità di prorogare di altri 12 mesi l'indennità, facendo così lievitare la spesa pubblica.

230 euro ai medici: l'accusa

Negli ultimi giorni la Regione veneto sta avendo un duro faccia a faccia con chi ha trovato troppo oneroso corrispondere l'indennità ai medici per oltre due anni, con la possibilità di proroga. Con la delibera n.2172 del 29 Dicembre 2017, pubblicata sul Bur (Bollettino Ufficiale Regionale), la giunta del Veneto ha previsto tale indennità congiuntamente al raggiungimento di determinati obiettivi. Rientrano dunque sia quelli legati alla trasmissione dei dati che all'incremento delle ricette dematerializzate (o elettroniche), a discapito di quelle cartacee. Ma tutto ciò non ha fatto altro che alzare un polverone sulla questione, tanto che la Fimmg (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) si è sentita in dovere di chiarire quanto sta accadendo.

La risposta della Fimmg sull'indennità ai medici

Dopo un lungo dibattito avvenuto tra la Fimmg e la giunta regionale del Veneto, si è riusciti finalmente a giungere ad un accordo, prettamente su base monetaria. In effetti, le parti si sono accordate nel corrispondere ai medici operativi sul territorio regionale un'indennità di 230 euro mensili per 2 anni, con la possibilità di comprendere nel periodo anche il 2020.

Tutto ciò ha fatto arricciare il naso ai veneti, che hanno visto tale azione come un vero e proprio spreco di denaro pubblico. A tal proposito, la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale è intervenuta e il segretario regionale Domenico Crisarà ha fornito ulteriori informazioni a riguardo: innanzitutto l'approvazione della corresponsione dell'indennità non è stata fatta ex novo, in quanto i medici ne avevano già diritto in passato.

Per un periodo di tempo erano stati sospesi i fondi e adesso sono stati nuovamente inseriti nel bilancio regionale. Inoltre, a detta di Crisarà, la cifra prevista non va a ledere la finanza pubblica in maniera tanto incidente, soprattutto se si effettuano delle comparazioni con le altre zone territoriali italiane: ne è un esempio l'Emilia Romagna, dove sono 50 i milioni di euro destinati.