Ci sono diverse tipologie di bombe, secondo alcuni quelle che sono detonate dalla bellezza e dalla sensualità femminile sono dirompenti tanto quanto le bombe vere. La pensava così anche Louis Reard, il sarto francese che inventò il bikini nel 1946: il nome trae le proprie origini dall'atollo di Bikini, nelle Isole Marshall, dove il governo degli Stati Uniti conduceva test nucleari. E guarda caso, una delle bombe sganciate dagli americani nel 1946 durante la famigerata Operazione Crossroads era decorata con un'immagine sexy, quella di Rita Hayworth tratta da 'Gilda', uno dei simboli erotici per eccellenza dell'America del dopoguerra.

Oltre settant'anni dopo, anche il dittatore Kim Jong-un si appresta a sganciare le sue bombe sulla Corea del Sud, ma niente paura: sono bombe di fascino.

Pattinaggio, hockey e... cheerleader

Il dialogo tra le due Coree in vista dei Giochi Olimpici invernali prosegue a gonfievele ed è una buona notizia, perché da qualche settimana le vicende di Pyongyang non sono legate a minacce di guerra nucleare o ad imminenti test missilistici. Si discute dei termini della partecipazione degli atleti della Corea del Nord ai Giochi di Pyeongchang, di fatto è una rappresentativa scarna visto che soltanto i pattinatori artistici Kim Ju-sik e Ryom Tae-ok si sono garantiti il diritto di disputare la competizione olimpica.

Negli ultimi giorni ha preso piede anche la possibilità di inviare una rappresentativa mista di hockey su ghiaccio femminile, una Nazionale coreana unificata, ma la prospettiva viene contestata da Sarah Murray, CT della nazionale sudcoreana. "Una grande storia - ha commentato - ma doveva accadere prima, perché oggi le mie atlete meritano le Olimpiadi mentre da parte loro non c'è talento sufficiente per fare la differenza".

Una presa di posizione non contestabile dal punto di vista agonistico, perché la Murray si vedrebbe costretta ad escludere alcune delle sue ragazze per far posto alle giocatrici del Nord. Ad ogni modo, al di là degli atleti, il Comitato Olimpico nordcoreano medita di mandare al Sud anche le bravissime cheerleader di Pyongyang.

Nel 2002, una squadra di oltre 300 ragazze si esibì a Busan, in Corea del Sud, durante i Giochi Asiatici in uno spettacolo assolutamente fantastico di acrobazie, piramidi e tumbling.

I requisiti delle cheerleader di Kim

La squadra della bellezza, così viene definita dal regime, è pronta per sbarcare ai Giochi. Per farne parte le ragazze devono avere determinati requisiti: un'età non superiore ai 20 anni, un altezza superiore a 163 cm, la capacità di eseguire coreografie sincronizzate, la provenienza da una scuola di musica nazionale ed una buona estrazione sociale. In ultimo, ma ovviamente non meno importante, devono essere devote al leader supremo. In base alle notizie frammentarie che arrivano alla Corea del Nord anche Ri Sol-ju, moglie di Kim Jong-un, avrebbe un passato da cheerleader.

La band femminile del regime

Ma le cheerleader non sono le uniche bombe al femminile che il governo nordocoreano intende mandare ai Giochi. Si sta infatti discutendo sulla possibile partecipazione delle Moranbong, una band interamente composta da ragazze giovanissime che si esibiscono sfoggiando tenute militari, ma anche minigonne e tacchi altissimi. Su quest'ultima eventualità il Comitato Olimpico della Corea del Sud è piuttosto perplesso perché la band ha un repertorio pop, con le cover di alcune canzoni piuttosto note a livello mondiale, ma la sua specialità è l'esecuzione di canti patriottici ispirati al regime ed al leader. E l'ultima cosa che gli organizzatori dei Giochi vogliono sentire sono canzoni che inneggiano alla potenza militare della Corea del Nord, pur eseguite da graziose giovani in divise sexy.