Sull'aereo partito da Fiumicino in direzione del Cile, Papa Francesco inizia il proprio viaggio nell'America Latina, non privo di dubbi in merito alla situazione politica internazionale.

Ad attenderlo ci sono i giornalisti, ai quali il Pontefice ha voluto regalare le copie di una foto scattata nel '45, non priva di significato. Quest'ultima ritrae un bambino con il fratello morto sulle spalle che attende il turno, a Nagasaki, per il forno crematorio. Papa Francesco ha motivato il gesto con la volontà di lanciare un messaggio di commozione per l'accaduto, ma anche un monito per le future generazioni.

Egli descrive così la foto in questione: "La tristezza del ragazzo è evidente nel suo gesto di mordersi le labbra che trasudano sangue. (...) È il frutto della guerra". Dopo queste parole, i giornalisti presenti hanno chiesto al Pontefice se quest'ultimo avesse paura della guerra. La sua risposta: "Sì, credo che siamo giunti al limite e che questo rischio sia reale. E io ho paura di questo, è sufficiente un solo incidente perché la situazione possa sfuggire di mano. Le armi nucleari vanno distrutte". I riferimenti del Papa all'atteggiamento antidiplomatico del presidente Usa Donald Trump e al leader nordcoreano Kim Jong Un sono evidenti. Da qui, il suo appello a ricordare gli orrori del secondo conflitto mondiale.

Nel dibattito internazionale, i paesi dell'Ue hanno preso le distanze da Trump e dalle sue dichiarazioni, mentre Cina e Russia si fanno carico della responsabilità di mediazione fra gli Stati Uniti d'America e la vecchia repubblica popolare nordcoreana. Si inaspriscono, nel frattempo, le tensioni fra il Nord America e i paesi sciiti in Medioriente, con il rischio di creare un nuovo epicentro bellico nel territorio fra Israele e Iran.

Le recenti dichiarazioni di Trump sul riconoscimento di Gerusalemme quale capitale d'Israele, hanno destato lo sdegno e l'ira degli abitanti di etnia arabo-palestinese residenti nello stato israeliano, rischiando lo scoppio di una nuova Intifada.

La visita in Sud America ha avuto inizio il 18 gennaio e durerà fino al 21 dello stesso mese

Obiettivo del viaggio è l'incontro fra la Chiesa e le popolazioni dell'Amazzonia, in Perù. Si tratterà della prima visita papale nel territorio amazzonico. Il pontefice non esclude la possibilità di parlare di un problema che affligge da tempo immemore la Chiesa sudamericana e mondiale, la pedofilia. "Il viaggio in Cile sarà più facile. Ci ho studiato per un anno e ho molti amici", commenta Papa Francesco.