Nuovi sviluppi nel caso di abusi ai danni di una studentessa quindicenne presso uno dei più prestigiosi istituti di Roma, il Liceo Massimo, situato al centro del quartiere Eur, da parte di un insegnante, Massimo De Angelis di 53 anni. L’uomo, che insegna italiano e latino, era stato arrestato il 16 gennaio con l’accusa di abusi sessuali su minore; l’indagine aveva avuto inizio a dicembre, a seguito della denuncia da parte dei genitori della ragazzina che, allarmati dagli strani comportamenti assunti dalla figlia negli ultimi tempi sia in famiglia che a scuola, erano riusciti ad intercettare alcuni messaggi sul suo cellulare da parte del docente.

Gli abusi iniziati ad ottobre

Al momento della scoperta erano ormai trascorsi due mesi dall’inizio delle molestie, come confermato dalla quindicenne che, ascoltata in audizione protetta presso i locali della procura di Roma, ha poi rivelato i particolari di quanto subito da parte del professore. Stando alle dichiarazioni, la vicenda avrebbe avuto inizio come un vero e proprio corteggiamento da parte dell’uomo che, dopo una serie di ripetuti complimenti circa l’aspetto fisico della giovane, si sarebbe spinto dai baci ai palpeggiamenti, fino a rapporti orali con la ragazza.

Le indagini

Il tutto sarebbe accaduto fuori dall’orario scolastico all’interno di un’aula dello stesso istituto, separata da quelle in cui si svolgevano le regolari lezioni poiché destinata ad impartire ripetizioni private.

Al vaglio degli inquirenti sono stati posti i cellulari e i computer attraverso i quali sarebbero avvenute le comunicazioni tra i due, fino a quel fatidico «Ciao amore che fai di bello?» attraverso il quale è stato possibile comprendere quanto stava effettivamente accadendo.

La confessione

Nelle ultime ore è arrivata l’ammissione di colpevolezza da parte di De Angelis che, durante l’interrogatorio di garanzia presso il carcere Regina Coeli alla presenza del gip Annalisa Marzano, ha confessato confermando quanto accaduto.

L’uomo si è detto innamorato della quindicenne, definendo i loro rapporti come consenzienti e si sarebbe difeso sostenendo che in 25 anni di carriera non sarebbe mai stato coinvolto in esperienze simili. De Angelis ha, successivamente, indirizzato le sue scuse agli studenti ed ai genitori della giovane vittima, mentre il suo legale lo ha definito come ‘prostrato’ da tutta la vicenda, affermando inoltre che il suo assistito avrebbe anche tentato il suicidio.