I sacchetti biodegradabili arrivano in Procura. Per essere precisi, arrivano dinanzi al giudizio di ben 104 Procure italiane. In questi giorni, infatti, il Codacons (comitato delle associazioni a difesa dei consumatori) ha lanciato la sfida al governo, presentando un esposto ben documentato a più di 100 Procure della Repubblica di altrettanti sedi giudiziarie italiane. Si tratta di un articolato esposto-denuncia sui disagi e le possibili truffe che caratterizzerebbero alcuni aspetti del provvedimento sui sacchetti biodegradabili che, dall'inizio dell'anno, tutti dobbiamo pagare insieme ai vari prodotti della carne o dell'ortofrutta quando andiamo dal salumiere, al supermercato o in panificio.

Il Codacons ha chiesto che le Procure aprano un'indagine sull'intero territorio nazionale a tutela dei consumatori. La scelta del governo è stata definita dall'associazione "pseudo-ambientale", piuttosto che una reale misura in difesa dei nostri mari e dell'Ambiente. E così è partita una vera e propria guerra a colpi di carta bollata, presumendo che si possa profilare un "possibile reato di truffa", come ha sottolineato in un comunicato il presidente dell'organizzazione, Carlo Rienzi, intervenuto per spiegare perché è stato chiesto alle Procure di avviare un'indagine.

Il Codacons, in particolare, chiede di verificare "il comportamento di ipermercati, supermercati ed esercenti nella vendita dei sacchetti biodegradabili", in seguito a proteste e molteplici segnalazioni - corredate anche da foto - che stanno arrivando da ogni parte d'Italia.

Il costo degli shopper verrebbe addebitato anche a chi non ritira il sacchetto

Le denunce più diffuse riguarderebbero il costo delle buste che verrebbe addebitato dagli esercenti anche a chi non le compra. Il Codacons porta a sostegno della sua istanza le foto apparse sui social che mostrano come, anche nello scontrino del cliente che compra un prodotto ortofrutticolo sfuso e non prende l'involucro per imbustarlo, al momento della pesatura gli venga comunque automaticamente rilasciato uno scontrino che presenta l'addebito di 2 o 3 centesimi di euro per un sacchetto non richiesto, né consegnato.

Si potrebbe configurare, qualora ce ne fossero gli estremi, un'ipotesi di truffa. Secondo l'associazione, pertanto, sarebbe vero ciò che sostengono molti consumatori, ossia che il provvedimento sui sacchetti biodegradabili sarebbe soprattutto un'ennesima tassa sul consumo.

È polemica anche sulla questione della contaminazione

Un altro motivo di polemica è quanto sostenuto dal Ministero della Salute, secondo cui non si dovrebbero riutilizzare i sacchetti per la spesa di frutta e verdura, giacché vi sarebbe un forte rischio di eventuali, fastidiose e pericolose contaminazioni, anche se è stato precisato che l'operazione sarebbe consentita solo se si trattasse di monouso. Il Codacons ritiene che si tratti di un'indicazione assurda, perché se il consumatore porta da casa sino al supermercato un sacchetto del tutto pulito, non potrebbe esserci alcuna contaminazione.ù

Infine è stato richiesto al Mise di comunicare quali sono le aziende che producono bio-shopper, quali eventuali rapporti potrebbero esserci tra i titolari di queste ditte con ministri e parlamentari, e quali sono i loro profitti.