Fece discutere solo qualche mese fa la pubblicità televisiva di una merendina prodotta da una famosa azienda dolciaria italiana, dove una mamma veniva colpita da un asteroide per aver negato l’esistenza di "una colazione che potesse coniugare la voglia di leggerezza alla golosità", in risposta alla richiesta della figlia un po’ capricciosa e molto esigente. E fa altrettanto discutere oggi la colazione con il bulletproof coffee, un beverone super energetico a base di caffè, commercializzato dal guru americano dell’industria alimentare David Asprey.

Il suo ultimo libro sull’alimentazione, “Head strong”, pubblicato nell’aprile del 2017 è già un best-seller negli Stati Uniti e si è aggiudicato persino l’attenzione di una rivista prestigiosa come Forbes. Invece in Italia il bulletproof coffee stenta a decollare e mentre le ricette per prepararlo invadono il web, le notizie riportate dai media nostrani lo relegano in una nicchia destinata a pochi curiosi dei trend alimentari più alla moda.

La storia del bulletproof coffee

Quando un giovanissimo David Asprey si recò per la prima volta in Tibet era già un professionista di successo, membro del consiglio di amministrazione di una famosa multinazionale americana del settore informatico, con sede nella Silicon Valley.

Fu un profondo senso di inadeguatezza, dovuto al suo sovrappeso e al fatto che si addormentasse di frequente durante le riunioni, che lo spinse a prendersi un periodo sabbatico per esplorare il continente asiatico. Lo racconta lui stesso nel suo libro “Head Strong”, nel quale rivela i segreti della bevanda tipica della regione di Amdo, in Tibet: un , arricchito con sale e burro yak che bevono gli sherpa, guide e portatori di alta quota nepalesi ingaggiati per le spedizioni himalayane.

Così nacque nel 2011 il bulletproof coffee, la cui popolarità d’oltreoceano sembra per il momento lontana dal contagiare anche il nostro paese.Il termine bulletproof, letteralmente “a prova di proiettile”, è stato coniato per evidenziare le sue proprietà energetiche.D’altra parte la bevanda originale era pensata per affrontare l’alta montagna e non montagne qualsiasi, ma quelle della catena himalayana, a quote intorno ai 6.000 metri.Asprey fu così ispirato dal tè con burro di yak da importarlo negli Stati Uniti, con una variante fondamentale per adattarlo al palato yankee: al posto del tè farlo con il caffè.Così, dopo averne sperimentato alcune modifiche, ne fece un brevetto di ingredienti ad hoc e depositò la registrazione di un marchio per commercializzarlo.La formula rivista e corretta comprende caffè mono origine coltivato oltre i 1.200 metri di altitudine, burro senza sale e chiarificato e l’aggiunta di olio di cocco vergine, (ovvero degli acidi grassi a catena media).

Come funziona?

Nasce in questo modo una colazione a base di caffè schiumoso che oggi spopola tra i businessman della Silicon Valley: annientando il senso di fame della prima mattina, spinge il metabolismo a bruciare i grassi, fornendo tuttavia apporto energetico al cervello per svolgere le attività quotidiane.Non per niente il libro scritto da Asprey si chiama appunto “Head strong”, “testa forte”, mentre sul suo sito internet il guru spiega la “mission” della sua azienda: <Aiutare la gente a pensare più velocemente e a vivere meglio, usando una ricetta nutrizionale proveniente da antiche conoscenze e adattata con le migliori tecnologie moderne per professionisti ed atleti>.La bevanda così preparata somiglia molto a un gustoso e delicato frappuccino, senza tuttavia contemplare la presenza del latte e dello zucchero che sono banditi.

Si tratta di una vera e propria bomba calorica ed è pensata come fondamenta di una dieta: quella chetogenica, cioè basata sulla riduzione dei carboidrati, obbligando l’organismo a produrre autonomamente il glucosio necessario e in parole povere, a bruciare gli strati adiposi.Così dopo la dieta Dukan che ha spopolato per anni insegnando ad eliminare il pane, la pasta e gli altri zuccheri complessi e non dalle nostre tavole, ecco sfornata la “bulletproof diet”.Come tutti i regimi alimentari alla moda ha già il suo seguito tra le celebrity, come nel caso del cantante ventitreenne degli One Direction, Harry Styles che ha rivelato al Daily Mail come il segreto del suo invidiabile girovita di appena 66 centimetri sia per l’appunto il caffè “a prova di proiettile”.Anche l’attrice Shailene Woodley dichiarò durante uno show televisivo americano di non poter fare a meno del “caffè al burro” per iniziare la sua giornata.Non è tutto: negli Stati Uniti e nel Regno Unito il bulletproof viene già proposto ai clienti di alcune caffetterie con il nome di “smart coffee”, con una crescita nell’indice di gradimento dei clienti testimoniata dal suo successo.

L'efficacia dietetica del burro nel caffé

Sull’efficacia dimagrante della miscela di Asprey nel controllare il peso nel tempo, i nutrizionisti e gli esperti sono divisi.Gli scettici fanno notare le sue controindicazioni: l’aumento del colesterolo in primis, oltre a un apporto nutrizionale eccessivo di grassi saturi per l’organismo, (e le due cose non sono slegate tra loro). La colazione “dei campioni” sembra più adatta per atleti professionisti, scalatori o sciatori che siano, piuttosto che per un impiegato che passa la sua giornata in ufficio senza grande dispendio calorico.Quella di Asprey certamente resta una storia emblematica di successo, quella di un imprenditore che incarna il sogno americano, un self-made-man cresciuto a colazioni con burro di arachidi spalmato sul pane e caffè annacquato che diventa un milionario della Silicon Valley, grazie alla creazione della sua dieta a base di caffè col burro.

Il caffè di Asprey nel mercato italiano

Fanalino di coda nell’apprezzare le qualità del bulletproof coffee è l’Italia, grazie a una cultura alimentare dello slow-food abbastanza radicata e a causa di uno scetticismo diffuso: per colazione un caffè “lungo” con dentro due cucchiai di burro? Oltre a un fattore legato ai costi: gli ingredienti per la sua preparazione acquistati on-line superano i cinquanta euro per una dozzina di tazze. Per conquistare il mercato italiano anche Asprey potrebbe forse ideare una pubblicità con un asteroide, ma in Italia il caffè per antonomasia resta e resterà sempre quello in tazzina piccola fatto con la moka, insieme all’espresso da bar.