Stando a una teoria di Sylvester Stallone, ci sarebbero almeno due generazioni di fruitori di Cinema cresciuti in compagnia delle sue opere action (senza dimenticare ovviamente quelle degli amici Schwarzenegger e Willis) e che, tuttora, non possono ancora farne a meno; i film di supereroi li lasciano volentieri ai più giovani. E' questa la molla che, a 66 anni suonati, lo spinge ancora ad affrontare set in cui il rischio di rompersi l'osso del collo è sempre dietro l'angolo (o, quantomeno, in quelle poche sequenze concitate che affronta senza l'ausilio degli stuntmen).

A cinque anni di distanza da "John Rambo", ultimo suo film da protagonista assoluto, "Sly" Stallone ritorna nelle sale con un personaggio del tutto nuovo in "Jimmy Bobo - Bullet to the head" (dal 4 aprile). Alla regia un altro pezzo da novanta, Walter Hill, che, avendo già girato film come "I guerrieri della notte" e "Danko", non è di certo un neofita del genere action.

Jimmy Bobo (ma il vero nome è James Bonomo) è un killer avido e violento. Pensa esclusivamente ai propri interessi fino a quando il suo partner nonchè amico Louis finisce assassinato da Keegan, l'imponente killer che ha il volto dell'hawaiiano Jason Momoa (noto per aver interpretato il "nuovo" Conan). Quindi, in compagnia di un poliziotto (sono interessati agli stessi criminali), da inizio alla sua inevitabile e implacabile vendetta.

Mettendo da parte ogni genere di finezza tecnica degli action movies moderni (effetti digitali a profusione, rallenty e altro ancora) questo rude exploitation offre esclusivamente "puro succo" di violenza (e una discreta dose di iron) per tutti i suoi 90 minuti circa di durata. Insomma, tutti gli appassionati dei film decisamente movimentati non ne rimarranno affatto delusi.