Tutti abbiamo sentito parlare almeno uno volta di Don Luigi Sturzo, padre fondatore del partito Popolare italiano, ma non tutti conosciamo i retroscena del suo fallimento politico. Don Luigi Sturzo nasce a Caltagirone il 26 novembre 1871 - dopo i primi anni di studi mossi nel seminario di Noto (Sr) nel 1894 fu nominato sacerdote nella basilica di Caltagirone e nel 1896 ottenne la laurea in teologia a Roma dove da lì a poco decise di trasferirsi. Gli anni vissuti a Roma lo videro stringere forti legami con uomini di cultura di quel tempo e a condividere idee politiche e di attaccamento fervido alla religione cristiana.

Fu uomo capace di unire fede e politica, non per servirsene, ma per servire, perché sempre corretto e alto, a detta di scrittori del suo tempo, cito ad esempio Benedetto Croce, è stato il suo comportamento e temperamento. Umile con gli altri, rigido con se stesso, Don Luigi Sturzo ha sempre difeso la chiesa anche quando da essa è stato abbandonato, da qui a breve vedremo perché. Fondatore del P.P I. Partito Polare Italiano del quale fu segretario dal 1919-23 - ha gettato le basi a quello che sarebbe diventato da lì in avanti la " Democrazia Cristiana". Non furono sicuramente anni felici quelli che andarono dalla nomina di segretario di partito all'ascesa al potere del neo partito Fascista guidato da Benito Mussolini.

Don Luigi Sturzo vedeva in Mussolini un uomo capace di scaldare le masse a suon di promesse e incitamenti alla guerra, ma anche un uomo capace di nuocere, non tanto al suo movimento Cristian-politico ma alla gente stessa, perché, a suon di promesse alla stessa stregua di un condottiero romano consumato, Mussolini non voleva servire la causa della sua gente, sempre più povera e ridotta alla fame, ma servirsene, per innalzare un piedistallo di nome "Nazionalismo" che aveva a cuore più che il popolo, le Istituzioni e gli uomini di governo.

Questo Don Sturzo l'aveva capito in anticipo e l'aveva anche anticipato nelle sue epistole al pontefice Leone XIII. Quali furono i risvolti lo sappiamo attraverso la storia ma di quando sia stato lungimirante il pensiero di Don Sturzo non tutti lo sanno e per questo è dato saperlo.

Da lì a poco si verificarono una serie di avvenimenti che segnarono il destino di Don Sturzo: il consolidarsi del potere fascista, definito dallo stesso e dai suoi seguaci: non un partito politico ma il "parito armato" perchè non diede alcuno scampo all'idea liberale di chi predicava il vangelo e la politica intesa come servizio e non come servitù.

Venne bandita la libertà di parola e di espressione del Partito Popolare che portò all'inevitabile esilio a Londra di Don Lugi Sturzo anche perché la sua vita era stata messa a repentaglio da minacce che avevo compromesso la sua incolumità fisica. Conseguenza ne fu il ritiro della tessera del partito dello stesso Don Sturzo e l'affidamento della presidenza a Murri , uomo più vicino a Mussolini è per questo facile da controllare. E la chiesa?

Non prese le difese di Don Sturzo come naturale fosse, perché una cosa è predicare la parola di Dio ma tutt'altra è abbandonare il potere o pensare di perdere la propria centralità a scapito di un prete, un sempliciotto venuto dal sud, solo perché deciso a scardinare certi equilibri che si reggevano da centinaia e centinaia di anni.

Fu molto più semplice legare con il Partito Fascista in modo da non minare detti equilibri. Ecco la Chiesa potremmo dire. Da un lato organo indiscusso e Centrale della vita di ogni uomo e della fede cristiana ma dall'altro capace di occultare manovre di forte potere politico e di distruggere o mettere a tacere uomini del proprio rango.