Aveva fatto scalpore la telefonata di Papa Francesco a Roberto Benigni, all'indomani dello show dell'artista toscano sui Dieci Comandamenti, che nelle due puntate andate in onda su Raiuno ha ottenuto un grande seguito di pubblico. Quella telefonata ha avuto un seguito che ha confermato l'ammirazione e la stima che il Santo Padre nutre verso il Premio Oscar italiano, tanto da citarlo indirettamente nell'omelia pronunciata durante il "Te Deum" del 31 dicembre che ha chiuso l'anno liturgico.

Papa Francesco ricorre a Benigni durante l'omelia del "Te Deum"

Bergoglio è un papa che spesso nelle sue dichiarazioni, ma anche nei fatti, rompe gli schemi e va oltre la liturgia classica e ingessata per riavvicinare i fedeli alla Chiesa cattolica dopo i diversi scandali che, in maniera diretta o indiretta hanno coinvolto negli ultimi anni il mondo cattolico.

Ed ecco che, nel corso dell'omelia del "Te Deum", pronunciata il 31 dicembre per celebrare la fine dell'anno liturgico, il Santo Padre ha chiamato in causa Roberto Benigni. Nel commentare il Vangelo di Giovanni, Bergoglio ha affrontato il tema del peccato che tiene l'uomo in schiavitù e lo allontana da Dio. E a questo punto, come esempio, ha fatto riferimento a "un grande artista italiano". Nello specifico, Papa Francesco ha ricordato una spiegazione fatta da Benigni durante lo show sui Dieci Comandamenti. In un passaggio del suo spettacolo, il comico toscano ha ricordato che per Dio fu più semplice allontanare gli israeliti dall'Egitto, piuttosto che togliere l'Egitto dai cuori degli israeliti.

Infatti, questi ultimi, mentre marciavano affamati per il deserto, cominciarono a rimpiangere il periodo in cui si trovavano in terra egiziana dove potevano sempre cibarsi di "cipolle e aglio", dimenticando, allo stesso tempo, che lo facevano "al tavolo della schiavitù".

Dalla condanna per bestemmia alla stima di Papa Francesco: così è cambiato il rapporto Benigni-Chiesa

E pensare che, negli anni della gioventù, più volte Roberto Benigni era stato considerato un blasfemo dal Vaticano.

Dal "Woytilaccio" pronunciato ironicamente ma in maniera troppo confidenziale a Sanremo del 1980, fino al "Tu mi turbi" che gli valse una condanna in primo grado per bestemmia e turpiloquio - poi annullata in appello - il rapporto fra l'attore e regista toscano e la Santa Sede è sempre stato piuttosto combattuto. Tuttavia, è bene ricordare come Benigni abbia avuto sempre una certa propensione verso la religione e la fede, come dimostrano gli anni della giovinezza trascorsi in un seminario e il matrimonio celebrato in un convento di clausura, ma il comportamento troppo sfrontato verso il Vaticano, non è mai piaciuto alla Chiesa cattolica.

Adesso, però, con la maturità, Roberto Benigni è cresciuto, i toni sono cambiati ed è mutata anche la Santa Sede, con un Papa Francesco che sta cercando di dare una maggiore apertura al Papato soprattutto nella comunicazione. Già dopo la telefonata che il pontefice fece all'artista toscano, si era vociferato di un eventuale show dell'attore addirittura a San Pietro. Si tratta di una voce, sì, però la grande stima che Bergoglio sta dimostrando pubblicamente e in più occasioni verso Benigni, potrebbe effettivamente favorire l'organizzazione di uno spettacolo nella magnifica cornice di San Pietro.