Il 20 gennaio ricorre il ventiduesimo anniversario della morte di quella che è stata una delle più eleganti e nello stesso tempo semplici dive del Cinema. Ogni donna avrebbe voluto essere come lei: non bellissima, non provocante, ma con un grande fascino, che sapeva conquistare l'ammirazione negli uomini e il desiderio di emulazione nelle donne. Chi, indossando una 'petite robe noire', non si è sentita, almeno per un attimo, un po' Audrey Hepburn?

Nata nel 1929, di padre inglese e madre olandese, entrambi di nobili origini, l'attrice visse tra il Belgio, il Regno Unito e i Paesi Bassi, dove la madre si stabilì definitivamente, con i figli, dopo il divorzio.

Qui, ad Arnhem, la Hepburn frequentò la scuola di danza divenendo, a tutti gli effetti, una ballerina. Nel 1948 si trasferì a Londra per continuare la sua preparazione di danzatrice presso Marie Rambert, un'importante insegnante che aveva, tra i suoi allievi anche il grande Nizinskij, ma le privazioni dell'occupazione nazista che avevano minato la sua salute e la sua statura piuttosto alta (circa 1 metro e 67) le offrirono poche possibilità di sfondare nel mondo del balletto classico. Decise così di dedicarsi alla recitazione. Le sue prime interpretazioni furono teatrali dove comparve in una serie di musical poi, nel 1951, cominciò a lavorare nel cinema.

Il grande successo arrivò con la sua interpretazione della principessa Anna nel film Vacanze romane che le valse il primo (dei cinque) premio Oscar e numerosi altri riconoscimenti.

Da lì la sua carriera ebbe sempre maggior successo. I suoi film sono ancora pietre miliari del cinema: Sabrina, Colazione da Tiffany, My fair lady, Sciarada solo per citarne alcuni. Recitò con i più grandi registi in parti di donna sofisticata, ma anche in ruoli difficili e impegnativi.

Dopo la rottura della sua unione con Mel Ferrer, si unì in matrimonio con uno psichiatra italiano e cominciò a lavorare sempre meno per dedicarsi alla famiglia.

Nel 1988 fu nominata ambasciatrice dell'UNICEF e dedicò la sua vita, insieme al nuovo compagno, l'attore Robert Wolders, agli aiuti umanitari nei paesi del terzo mondo ricevendo riconoscimenti. Nel 1992, al ritorno da un lungo viaggio in Somalia, le fu diagnosticato un cancro allo stomaco che, in breve tempo, la portò alla morte.