Può un attore di Hollywood, prigioniero del suo personaggio più famoso, ricostruire la sua notorietà per il suo talento e non per la sua immagine? Riggan Thompson (Michael Keaton) è un attore, universalmente noto per la serie di film sul supereroe Birdman. La gente lo ferma per strada, gli chiede autografi e si fa fotografare col suo idolo, Birdman. Il personaggio del supereroe è talmente ingombrante che per il protagonista è un vero e proprio alter ego, che si manifesta come una voce nella sua testa che gli ricorda costantemente come la sua notorietà sia dovuta solo al supereroe mascherato.

Ma Riggan sa bene quanto la sua fama sia poco correlata alla sua bravura di attore, pertanto tenta il tutto per tutto, come uomo e come attore, portando in scena a Broadway un racconto di Raymond Carver, l'autore che lo spinse a diventare attore da ragazzo. L'uomo Riggan attraversa una vera e propria odissea per portare a compimento la sua opera, coinvolgendo la figlia ex tossicomane, l'ex moglie, l'attuale compagna e il suo migliore amico. Si scontrerà a più riprese con un attore tanto bravo quanto problematico, Mike (Edward Norton), con la figlia (Emma Stone) con cui si sforza di costruire un legame, ma soprattutto con i suoi demoni interiori, il fallimento come padre e come marito, l'alcolismo, e la sua voce interiore, interpretata dal supereroe mascherato, che gli ricorda in continuazione quanto sia inutile sforzarsi col sogno del teatro quando per riconquistare fama e gloria gli basterebbe semplicemente accettare di girare l'ennesimo sequel della saga di Birdman.

Tra il sogno di volare (per finta) col costume e quello di volare (per davvero) come attore di spessore e regista di uno spettacolo teatrale, Riggan si muove in una serie di piani sequenza che rendono il ritmo del film incalzante e mai noioso, sottolineato da continui passaggi di batteria jazz che ben rendono l'atmosfera di continua confusione del personaggio tra l'attore e la celebrità, la voglia di rivalsa e la paura di fallire, la sanità mentale e le allucinazioni paranoiche.

La scelta dei personaggi non appare neanche tanto casuale, infatti Keaton è stato lui stesso un supereroe, nell'ormai lontano 1989, nel visionario Batman di Tim Burton, Edward Norton fu Hulk nel film della Marvel nel 2008, rifiutando di partecipare ai sequel e lasciando il personaggio a Mark Ruffalo, mentre Emma Stone è stata Gwen Stacy nell'ultimo reboot di The Amazing Spider-Man.

Nel film vengono citati esplicitamente anche altri attori oggi famosi interpreti di supereroi, come Robert Downey Junior, alias Iron Man. Il film di Inarritu risulta intrigante, fluido, spesso spiazzante e visionario, può essere letto su più livelli e non risulta mai banale. Non a caso il film è candidato a ben 9 premi Oscar 2015 (e ne ha vinti 4) nelle categorie Miglior Film, Miglior Regista (Alejandro G. Inarritu), Miglior Attore Protagonista (Michael Keaton), Miglior Attore Non Protagonista (Edward Norton), Miglior Attrice Non Protagonista (Emma Stone), Miglior Sceneggiatura Orginale, Migliore Fotografia, Miglior Sonoro e Miglior Montaggio Sonoro.

Voto finale al film : 8/10