Il regista tedesco Christian Petzold sceglie ancora una volta la sua attrice-musa Nina Hoss (già protagonista in 'La scelta di Barbara' e 'Jerichow') per il suo ultimo film, 'Il segreto del suo volto' (il titolo originale è 'Phoenix'), in uscita oggi 19 febbraio nei Cinema italiani, dopo i fortunati passaggi ai festival del cinema di San Sebastián, Toronto e Roma. L'opera torna a fare i conti con la pagina dell'Olocausto, spauracchio che la coscienza collettiva del popolo tedesco fronteggia quotidianamente nell'impossibilità di eludere il senso di colpa per una macchia che sa irreversibile: siamo a Berlino, è il 1945, la seconda guerra mondiale è appena finita.

Nelly Lenz è l'unica sopravvissuta della sua famiglia alla Shoah, ma ha il volto sfigurato da ustioni. Torna a casa e viene accolta dall'amica Lene che l'aiuta ad affrontare le operazioni di ricostruzione del viso deturpato e vorrebbe convincerla a trasferirsi in Israele. Determinata a tornare ad essere quella di prima, Nelly rifiuta di cambiare aspetto e si fa ricostruire il volto sul modello di quello che aveva, ma ciò non basta per farsi riconoscere dal marito Johnny che, quando la rivede, è colpito dalla somiglianza con la moglie che crede morta, ma non comprende di trovarsi di fronte a lei. In questo malinteso s'inserisce la richiesta paradossale dell'uomo che propone a Nelly di assumere l'identità della moglie, e quindi la sua stessa identità, per salvare l'eredità della donna. A questo punto il film si smarca dall'ispirazione memorialistica per assecondare la sua vocazione ibrida, sospesa tra noir e melodramma sentimentale, con la sottotraccia hitchcockiana di dramma identitario: Nelly sembra l'unica, in una realtà di persone smarrite e smaniose di dimenticare il passato, a non voler rinunciare alla sua storia, disgusti compresi. Ed allora sollevandosi dalla mera sinossi e proiettando la vicenda privata di Nelly su un piano di riflessione generale, il film si configura, in ultima istanza, come meditazione sulla necessità di preservare l'identità tanto individuale quanto collettiva dalla tentazione di epurarla dalle sue personali macerie, le scorie che inquinano il presente con le memorie fastidiose del passato. E così la vicenda di Nelly, che potendo scegliere di essere un'altra e ricominciare daccapo, vuole a tutti i costi recuperare l'aspetto di qualcuno in cui riconoscersi e rifiuta di lasciare la Germania, diventa la trasfigurazione romanzesca della vicenda di una nazione che cercando di cancellare Nelly e le persone come lei, tutti gli ebrei e le componenti sociali ritenute contaminanti, ha cancellato, in fondo, se stessa, la propria identità, la propria storia. E si illude se crede di poter ricominciare senza reintegrare il rimosso.