Leonard Nimoy, deceduto pochi giorni fa ad 83 anni, aveva infuso un grande spessore nell'improbabile personaggio del dottor Spock, integrando la logica del vulcaniano a metà. Impersonava un vero meticcio alieno (la madre era terrestre), l'ufficiale scientifico con compassione umana e spiritualità mistica, al punto tale da incarnare lo spirito di Star Trek per quasi 50 anni, forse più del capitano Kirk. L'attore, regista ed artista raffigurato come un essere emotivo ed intimistico, sarebbe sembrato una scelta improbabile per incarnare lo scienziato "geek" per generazioni di appassionati di fantascienza.

Forse sono bastate un paio di orecchie a punta per cambiare questa convinzione.

A pensarci bene, come potrebbe un vulcaniano salutare un suo simile con le dita divaricate così simili alle bicorna di Pappagone - Peppino di Filippo! Sembrava perfino esagerato gestire una rissa non alla maniera di Kirk, con una vera scazzottata umana, ma con il semplice premere un punto specifico sul collo del malcapitato. Leonard era un grande narratore, con un beffardo senso dell'umorismo, inserito con un delicato spirito autoironico nel suo ruolo più importante. Era gentile verso le persone, anche con i suoi fan, ed importante al punto tale che venne chiamato dalla Nasa, insieme ai suoi compagni di serial, per il battesimo pubblico dello Space Shuttle Enterprise nel 1976.

Proprio Enterprise, come l'astronave di Star Trek.

Non appena la notizia della sua morte, venerdì scorso, ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale, l'astronauta Terry Virts ha inviato una foto mentre faceva il saluto vulcaniano davanti la finestra che mostra il profondo blu dello spazio, mentre Samantha Cristoforetti in un altro tweet lo ha salutato con la famosa frase.

Persino Barack Obama ha parlato di Nimoy, una volta venuto a conoscenza della sua dipartita, affermando: "Ho amato Spock."

Nel 2010 durante l'annuale Space Symposium della Space Foundation a Colorado Spring, nonostante i suoi polmoni già indeboliti, intrattenne 1200 tra scienziati, astronauti e tecnici con il suo parlare pieno di suggestioni descrivendo il suo viaggio, la sua vita "dove nessun uomo era andato prima".

L'auditorio aveva ascoltato commosso le parole della vecchia icona che aveva fatto sognare generazioni di appassionati. Gli appassionati di spazio e fantascienza non possono far altro che ringraziare Leonard Nimoy per la visione ottimistica che aveva del futuro, ricordandoci che ci sono sempre altre possibilità rispetto a quello che vediamo.

Live Long and Prosper, Spock! O come ti firmavi nei tuoi scritti, LLAP!