Il Mudec ha inaugurato dal 27 marzo sino al 30 agosto la grande mostra dal titolo 'Africa, la terra degli spiriti', insieme a 'Mondi a Milano'. Tali eventi sono stati ideati per l'Expo Milano 2015, promossi dal Comune di Milano-Cultura all'interno del palinsesto di 'Expo in città' e prodotti da 24 Ore Cultura -Gruppo 24 ore.

Inutile dire che visitare queste due mostre significa toccare con mano l'interesse per la diversità che la città di Milano, per la sua natura cosmopolita, per il suo essere punta di diamante dello sviluppo culturale e tecnico di una nazione, ha sempre coltivato e esercitato nel mondo.

Citerò per capire la portata dell'operazione ' Africa, la terra degli spiriti' i versi che il visitatore trova quasi all'uscita dalla visita. Sono parole toccanti che vale la pena ricordare per comprendere la bellezza del tesoro di circa duecento oggetti in esso esposto.

'Sono figlio della Guinea

sono figlio del Mali,

nasco dal Ciad o dal profondo Benin

sono figlio dell'Africa

addosso ho un grande bubu bianco

e i bianchi ridono vedendomi

trottare a piedi nudi

nella polvere della strada

ridano

ridano pure

quanto a me batto le mani

e il grande sole dell'Africa

si ferma sullo zenit

per guardarmi e ascolta

e canto e danzo

e canto e danzo.

Ebbene, visitare questi tesori, esposti con una sapiente risoluzione da parte di Peter Bottazzi, è un po' come ascoltare l'anima dell'Africa Nera.

Nelle sale sono raccolte maschere e sculture che raffigurano il mondo degli spiriti, i sacrifici necessari a placare i demoni che mettono a rischio la vita degli uomini, e la divinazione, per poter capire quali scelte prendere nella vita e come progettare un possibile futuro. I 270 oggetti presentati provengono principalmente dall'Africa della costa occidentale, colonizzata dai portoghesi e sappiamo che quelle sculture così particolari seppero dare un nuovo impulso all'Arte europea di fine secolo che stava attardandosi in forme di un classicismo svigorito e ripetitivo ed ebbe la forza di influenzare la ricerca estetica degli artisti delle avanguardie, in primis Picasso, tanto da indurli ad avviarsi su nuove strade e ad inventare forme espressive potenti e rivoluzionarie.

Accanto alle sculture in legno trovano posto gli oggetti in avorio, preziosissimi, come l'olifante d'avorio con lo stemma dei Medici e i cucchiai delle antiche collezioni di Firenze, che nel 1560 erano inventariati tra i beni di Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I de' Medici; ma fermarsi davanti a 'Suonatori di bafalong', o ad una ' Maternità' di artista senufo o alle 'figure da reliquario' è un po' come entrare nel cuore di quella terra e sentirne insieme a quei versi il suo immemorabile respiro.