Susan Sarandon for President. Se non fosse diventata un'attrice probabilmente avrebbe voluto essere una psicologa o un'insegnante, ma la vera vocazione della Sarandon è l'oratoria. Per più di un'ora l'attrice premio oscar per "Dead Man Walking" ha fatto pendere dalle sue labbra il folto pubblico presente al Palacongressi di Taormina per quello che è stato l'evento clou della penultima giornata del Taormina Film Fest. All'interno di un festival un po' fiacco, la brillantezza della Sarandon ha aiutato, e non poco, a risollevare le sorti di una kermesse che quest'anno si è rivelata sottotono rispetto agli anni precedenti.

"Sicuramente io non voto con le mie parti intime - ha affermato la Sarandon - e non sono per niente d'accordo con quelle donne che voterebbero una donna alla Presidenza degli Stati Uniti soltanto perché è una donna. Un candidato, per me, deve essere interessato alla classe media, non alle élite finanziarie, e deve condividere il mio sistema di valori; per fare questo non è necessario essere una donna. Chiunque rispondesse a queste caratteristiche avrebbe il mio voto, a prescindere dal sesso". "Oggi - ha proseguito l'attrice in riferimento ai recenti fatti di cronaca di Charleston - in America abbiamo due enormi problemi: il razzismo e le armi, quando questi due temi si uniscono la situazione esplode.

È vero che la nostra Costituzione garantisce il diritto al possesso delle armi per difendersi, ma i padri fondatori si riferivano ai moschetti, con cui è decisamente più difficile commettere un omicidio di massa, e non alle diavolerie oggi in commercio. Quindi, se proprio volete possedere delle armi, allora comprate i moschetti, perché sono quelli che avete il diritto di possedere".

L'attrice nata a New York, e per metà italiana viste le origini ragusane della famiglia materna, nel corso della sua lunghissima carriera ha anche lavorato due volte in Italia, la prima con Mario Monicelli in "La Mortadella" del 1971, e la seconda nel 1985 quando interpretò Edda Ciano nel film TV "Io e il Duce". "La prima volta che venni in Italia per lavoro - ha ricordato la Sarandon - non avevo idea di chi fosse il regista.

Tutti sul set parlavano soltanto in italiano e per i cinque giorni che stetti con loro non capii assolutamente nulla di quello che stava accadendo intorno a me. Della seconda volta, invece, ho un ricordo molto nitido: in quel periodo non ero sicura di voler continuare a fare l'attrice, ma alla fine di quell'estate rimasi incinta dopo averci provato per tanto tempo. Infatti quando sento che qualcuno ha problemi ad avere un bambino io consiglio sempre, come rimedio per la fertilità, di passare l'estate in Italia".

Le domande sul Papa

Stuzzicata dalla domanda di un giornalista, Susan Sarandon ha anche parlato del suo rapporto con la religione cattolica, ribadendo il suo giudizio sul Papa emerito Benedetto XVI.

"Credo che Papa Francesco sia un uomo eccezionale, mi preoccupa il fatto che abbia detto che resterà in giro soltanto per altri cinque anni, ma sono convinta che stia facendo un lavoro eccezionale nel cercare di ripulire il Vaticano, e la Chiesa in generale, dalla corruzione e dagli altri problemi che l'affliggono. L'altro Papa, invece, quello che si è ritirato quando il clima si è un po' riscaldato, ha fatto tutto quello che un Papa non dovrebbe fare: innanzitutto è un nazista, non lo dico io è una verità nota a tutti, e in secondo luogo ha cercato di proteggere uomini di chiesa che hanno compiuto atti orribili. Un uomo del genere non può essere Papa, voi avete mai sentito di un nazista che ha cercato di diventare Papa? È una cosa incredibile".