A dieci giorni dalla conclusione della mostra 'La memoria ritrovata. L'arma e lo scrigno dei tesori recuperati'ospitata all'interno della Cittadella dei Musei a Cagliari, non si può non tacere e riflettere sul punto principale dell'evento: quando ci siamo presentati all'ingresso del museo e abbiamo chiesto di poter ottenere un biglietto per effettuare la visita, con nostro stupore siamo venuti a conoscenza che la mostra era libera. Non siamo degli ipocriti, e 'non pagare il biglietto' ci ha fatto 'anche' piacere', ma in considerazione della diffusione della cultura, della valorizzazione del nostro territorio e di tutti i dibattiti portati avanti sul fatto che 'la Sardegna' potrebbe vivere solo di turismo', dove sono andati a finire?

Si consideri inoltre il personale qualificato nel settore, che invece resta relegato al volontariato e alle associazioni non profit: sarebbe stata una buona occasione per poter far meglio comprendere l'importanza dei ritrovamenti esposti. A conferma della bellezza de 'La memoria ritrovata' abbiamo pubblicato anche i nostri 10 scatti migliori, piccoli dettagli, per dimostrarvi quanto fosse inaccettabile' farla visitare gratis'.

La memoria ritrovata gratis: uno spreco

Abbiamo fatto un giro nelle tre sale visitabili e il nostro pensiero era sempre lo stesso: una mostra di questo tipo, a Roma o a Milano, avrebbe avuto un costo di almeno 8 euro. E non diciamo tanto per dire. Nella prima sala abbiamo potuto ammirare 'Il giardiniere' di Van Gogh del 1889, o anche conosciuto come il Ritratto del giovane contadinorubato dalla GAM di Roma nel 1998.

La tela era stata venduta per la prima volta nel 1977 e successivamente ilgallerista svizzero Beyeler, venutone in possesso, aveva deciso di venderla al museo Guggenheim di Venezia per 14 mld di lire. A questo punto lo Stato fa scattare la prelazione e nel 2009 arriva la sentenza deigiudici della Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo in cui dichiara che 'Il Giardiniere' resterà in Italia.

Poterlo ammirare alla Cittadella dei Musei è un onore quanto una soddisfazione. Ma non solo. Nella stessa sala abbiamo ammiratoLa Muta di Raffaello realizzata nel 1507, che era stata rubato dalla Pinacoteca di Urbino nel 1975 e successivamente recuperata in Svizzera;La Trinità che appare a Papa Clemente’ di Giovan Battista Tiepolo rientrato in Italia a trent'anni dalla sua sottrazione.

Particolare ancheLeda e il cigno di Lelio Orsimesso all'asta negli States per 1,5 mln di euro, presente nella prima sala, fronte Vincent Van Gogh.

Una terza sala è dedicata agli scavi clandestini, con oggetti recuperati nel 2013, come le navicelle con protome bovina e appicagnolo sormontato da volatile; i pugnaletti ricavati da spade votive; il guerriero con stocco e scudo appeso sulla spalla, tutte del Bronzo Finale - Età del Ferro. Oppure, le pannelle di rame piano-convesse che documentano l'inizio del ciclo di produzione della metallurgia nuragica: prima sequestrate a Basilea nel 2007 poi rimpatriate e confiscate nel 2011. Abbiamo ammirato anche le legature di pergamena, i registri contabilità in cui sono riportate le entrate ordinarie del convento e dell'Ospedale (come i costi del vestiario del frati del convento sassarese o le elemosine), le miniature, le cui foto sono in allegato alla galleria dell'articolo.

Ci siamo soffermati per circa un'ora ad osservare nel dettaglio le opere, per meglio leggere anche le didascalie e le descrizioni in cui si spiegano i luoghi in cui i reperti sono stati rubati e di seguito ritrovati. Abbiamo trovato molto affascinante anche la sala dedicata ai vasi greci, dei quali ci siamo divertiti a fotografare i dettagli delle scene conviviali. Peccato però che 'sia stata data gratis', ovvero che non si sia fatto pagare un biglietto, sarebbe valsa la pena, e un turista lo sa, un amante della cultura lo sa, un curioso lo sa, perché dover sempre 'considerare inferiori le mostre in Sardegna'? Per restare aggiornato sugli eventi in Sardegna clicca su 'Segui'.