La disoccupazione trasforma gli uomini in artisti, mettendo in evidenza le capacità personali. L'uomo che si ritrova senza nessun preavviso vuoto, dal proprio impiego, dal proprio stipendio, al proprio impegno quotidiano, o si deprime ed entra nella spirale della depressione (e ce ne sono tanti!), oppure si trasforma in un super eroe, si rimbocca le maniche, e mette in campo quello che sa fare meglio, o quello che gli riesce meglio.

Questo è il caso di un super-eroe, che fallito il sogno di una vita, perso l'investimento di svariate migliaia di euro, è costretto a chiudere la propria attività.

Deve mantenere la propria famiglia. I figli. Quindi si iscrive al collocamento mirato, con tutta la vergogna che un ex imprenditore può vivere, dopo un fallimento, perchè è così che si deve chiamare; e diventa dipendente. O "sotto padrone", perchè si dice anche così. Questo padrone imprenditore, lo sfrutta per tutto il tempo che può, e poi al termine del periodo di prova, rifiuta l'assunzione. Così oltre alla vergogna, pure la beffa!

Ma questi uomini eroi, e ne abbiamo tanti in Italia, per amore della vita, e perchè non si può fare diversamente, decidono di re-inventarsi, e scegliere un lavoro fatto molti anni prima, un lavoro in cui serve l'emozione, e forse questa delusione/disperazione li porta ad eseguire degli scatti sublimi.

Ogni scatto deve contenere un’emozione. Non può esserci Foto senza Anima

<<Quando i nostri occhi vedono l’inquadratura, quell’immagine entra nei nostri occhi, ed attraverso essi, diventa parte di noi. Come un ricordo, come un disegno, come un graffio sulla pelle: ci appartiene!>> Scrive così "JOE" per descrivere le sue foto.

Non si può rimanere insensibili guardando i suoi scatti, ti avvolgono, ti penetrano dentro. Sono i soggetti, i ritratti, le forme dello Still Life, oppure nelle foto Street, rubate immortalando l'anima dei passanti, la vita della città, il rombo delle Harley Davidson. Un tornado di forme, colori, tonalità bianco e nero, la Prospettiva del suo occhio nascosto, che osserva, che coglie l'inquadratura perfetta.

Poi, qualcuno nota le sue foto, e tutto accade in un attimo. Inizia a scattare per il produttore di scarpe, poi arriva la Moda, poi ancora la fiera, poi le ville dei "potenti in sella", che grazie a quegli scatti, valorizzeranno la vendita del loro mattone. Perchè tutto questo successo? Voi dite successo! Io dico "fame di lavorare" e si sa che il bisogno aguzza l'ingegno. Oggi emerge un nuovo stile: CITIZEN. Il cittadino, "l'uomo da strada". Basta guardare un po' degli ultimi video dei gruppi musicali più gettonati per capire che ci si sposta verso la street. Verso una semplicità emotiva di linee, colori e semplicità. Non paga costruire set milionari, bisogna cogliere la bellezza di strutture "povere", abbandonate, quasi insignificanti per i più, e sfruttare il colore, il calore della luce naturale, per infondere l'amore e l'emozione del gusto di scattare.

Quanto è importante l'attrezzatura?

L'importante è sapere come si vuole la foto finita, in modo da non dover fare modifiche post produzione, perchè si perde sempre di qualità e di incisività. Preferisco scattare poche foto ma studiate e fatte bene, poi anch'io mi perdo a scattare "street", perchè cogli l'attimo, sopratutto con il bianco e nero.

Io non sono un mostro della fotografia, ma sicuramente guardando i miei lavori, si nota l'amore che metto in ogni scatto, il rispetto per questa professione, che dovrebbe essere considerata tale. Non bisogna esaltare troppo il fotografo, bisogna avere "fame", non arrivare mai! Questo è lo spirito che uso per costruire il mio lavoro.

A presto lo incontreremo sul set...

Intervista a cura di Andrea Pernarcic