Salvo smentite, è ufficiale che “Spectre” sia l’ultimo capitolo della saga della spia più famosa del mondo in cui Daniel Craig interpreta il ruolo di James Bond, nonché l’ultimo diretto da Sam Mendes. Forte del successo del precedente “Skyfall”, che tanto consenso di critica e pubblico aveva raccolto, il film ha registrato il secondo miglior esordio della serie negli USA e ha dominato i botteghini italiani nel primo weekend di uscita, piazzandosi poi al secondo posto nel weekend scorso, complice l’arrivo nelle sale di “The Hunger Games – Il canto della rivolta 2”.

Il film vanta un cast di tutto rispetto con nomi del calibro di Léa Seydoux, nei panni di una bond girl forse più convenzionale di ciò che sembra, e di un inquietante Christoph Waltz nel ruolo della nemesi storica di James Bond, il numero uno dell’organizzazione Spectre.

La trama in breve

Spectre” riprende le fila delle storie precedenti, invece di slegarsene. Nuovi dettagli emergono dietro la morte dell’amata Vesper Lynd durante le investigazioni di James Bond, inviato in Messico da un video ricevuto via mail poco dopo la morte di M, al termine di “Skyfall”.

Un’organizzazione tira le fila di tutti gli antagonisti che Bond ha affrontato finora; un’organizzazione che, forse citando “Octopussy”, è rappresentata da una piovra dai sette tentacoli.

James Bond scoprirà presto che il suo passato lo coinvolge nelle vicende della Spectre più di quanto creda, mentre i suoi drammi si intrecceranno con quelli di Madeleine Swann, figlia di Mr. White,nonché chiave di volta di una parte del mistero che lo guida verso il suo scontro finale con Ernst Stavro Blofeld.

Esplosioni spettacolari ma trama carente

Mantenere le aspettative del pubblico dopo “Skyfall” era difficile, e “Spectre” si rivela un esperimento riuscito solo a metà, forse perché pecca del desiderio di strafare, di spiegare tutto, di chiudere ogni filo di trama lasciato in sospeso e liquidare il cast, per lasciare il franchise di James Bond in mano a nuovi protagonisti con nuove storie.

Gli inseguimenti sono esagerati come sempre e hanno il valore aggiunto di svolgersi in una città come Roma, fra monumenti e strade a noi molto familiari. Anche le esplosioni sono totali, non ci sono vie di mezzo, crollano palazzi interi, impianti super-sofisticati e quartieri segreti dall’apparenza indistruttibili.

Ma i complotti sono tanti, viaggiano su binari paralleli, e l’approfondimento sulle ragioni degli antagonisti sbiadisce e si fa poco convincente. Inoltre, le motivazioni che hanno spinto Blofeld a creare la Spectre sono troppo legate alla persona di James Bond, così come i suoi problemi sentimentali hanno persino la meglio sulla necessità di salvare il mondo da una minaccia sottile, ma molto reale.

Ruota tutto attorno alla figura della spia più famosa del mondo, mentre la narrativa si asservisce completamente a ripagare l’eroe delle troppe sventure subite nei capitoli precedenti. Si punta a completare un ciclo e a disvelare un nemico mai accennato negli altri film, tutto nel giro di due ore e mezza di impresa.

Spectre” così, si rivela un film godibile, ma perde l’originalità e la profonditàdi “Skyfall”, per ripiegarsi sul semplice riadattamento patinato e modernizzato dei cliché già visti nei più vecchi James Bond, quelli dell’intramontabile Sean Connery. Sarebbe stato un ottimo film di esordio per la nuova serie ma, come capitolo finale della saga, è decisamente troppo poco per risultare una prova soddisfacente.