Ritornano i Film School, band statunitense di culto della scena post-rock e shoegaze. Esattamente dieci anni fa, proprio nel Gennaio del 2006, i Film School pubblicarono il loro primo album omonimo, un disco fondamentale diventato un punto di riferimento per le altre band del genere.

Ritorno alle origini

La formazione dell’eccellente esordio del 2006 si era smembrata poi nel 2007 col successivo "Hideout", ed il cantante-chitarrista Greg Bertens, che si trasferì poi a Los Angeles, ha pubblicato con altri musicisti nel 2010 il più sognante e pop "Fission", dopodiché i Film School sono andati in silenzio.

Ora invece si riforma la line-up del 2006: Bertens, insieme al bassista Justin Labo, il chitarrista Nyles Lannon, il batterista Donny Newenhouse ed il tastierista Jason Ruck, tornano con un nuovo EP, "June", previsto in uscita per la fine di Gennaio. Arriva dopo più di un anno quando il quintetto si era riunito a suonare insieme per il compleanno di Newenhouse in uno show televisivo. E’ da lì che è scoccata una nuova scintilla creativa, per cercare di rimediare agli ultimi due dischi non proprio riusciti come invece fu l’esordio.

Le dichiarazioni della band

"Le prove durante la reunion mi hanno colpito come un fulmine", dice Labo. "Musicalmente la comunicazione con gli altri ragazzi e la sfida a tornare ad essere più creativi, è stata una sensazione incredibile" dice Newenhouse.

Poi aggiunge: "Ho sempre sentito che avevamo appena iniziato con il primo disco, creativamente parlando, quindi è davvero motivante e stimolante avere questa seconda possibilità da aggiungere per fare uscire bene tutto il nostro potenziale ". L’EP, dice la band, riflette il lavoro di ragazzi che "hanno vissuto matrimoni e divorzi, comprato case, hanno avuto figli, hanno lottato con la tossicodipendenza, hanno subito un incendio in studio, perso il lavoro, avviato aziende e attività, assunto incarichi scoraggianti e demotivanti." Questa visuale si mostra nelle maestose atmosfere di "City lights", che Bertens dice sono emerse dalla prima jam session del quintetto dopo la reunion.

Un dramma metropolitano con atmosfere malinconiche. Aggiunge Bertens: " I testi parlano dell’attrazione, in particolare sul richiamo dell’attrazione e di come non si può controllare ciò da cui si è attratti. “City lights”, le luci della città in questa canzone sono più una forma metaforica. Conclude poi: “Mi piace guidare a San Francisco sul Bay Bridge di notte."Le premesse per un grande ritorno ci sono tutte, vedremo poi se a questo primo EP si aggiungerà un lavoro intero. Bentornati.