Forever Young, per sempre giovane. È l'ossessione dei nostri tempi, sostiene Fausto Brizzi nel suo ultimo film. E per farlo intreccia le storie di una serie di personaggi dei due sessi.L'avvocato Franco (Teo Teocoli) pratica ogni sport, purché sia adrenalinico e faticoso, oltre a seguire una rigorosa dieta vegana. In questo seguito dalla figlia Marta (Claudia Zanella), meno dal genero Lorenzo (Stefano Fresi), più portato alla tavola da pranzo che alla tavola da surf.

Cinquanta contro venti

Franco è avvocato e agente di Diego (Lillo Petrolo), dj radiofonico che all'improvviso si vede soppiantato nella sua trasmissione dal giovanissimo youtuber Francesco Sole.

La decisione del direttore artistico Giorgio (Fabrizio Bentivoglio) manda in crisi Diego, ma anche Giorgio non vive bene i suoi 50 anni: fa coppia con la ventenne Marika (Pilar Fogliati), ma la vera intesa è con la coetanea fisioterapista Stefania (Lorenza Indovina).

Pure la ex moglie di Diego, Sonia (Luisa Ranieri) non accetta il passare del tempo ed è una vera “cougar”, trascurando il figlio, il diciannovenne Luca (Emanuel Caserio), il quale a un certo punto s'invaghisce dell'amica di mamma, la separata Angela (Sabrina Ferilli, la migliore del gruppo nel tratteggiare la sua malinconia, titolare di un centro estetico).Una ronde, un girotondo degli intrecci e degli equivoci che rischia sempre di deflagrare con conseguenze devastanti per questi antieroi del nostro tempo.

La musica non cambia

Alla sua regia numero nove Fausto Brizzi (co-sceneggiatore con il sodale Marco Martani ed Edoardo Falconi) non cambia granché spartito.

Siamo sempre dalle parti dei maschi quaranta-cinquantenni eterni post adolescenti dentro, imbottiti di mitologia pop (i personaggi maschili indossano magliette con i supereroi Marvel) e in perenne bisticcio con l'universo femminile.

Tuttavia stavolta il risultato è stracco, stiracchiato: le situazioni comiche sono “telefonate”, prevedibili e le figure stereotipate, cartolinesche. Tutti vivono in case che sembrano uscite da patinate riviste d'arredamento. Il film galleggia in un universo astratto, asettico, costruito in maniera programmatica, a tavolino, per incassare il minimo garantito. Vedremo la risposta del pubblico.