Non è solo il Salento con le sue ugole multi-platinoe le sue variegate e inesauribili risorse artistiche a fare della Puglia la terra più florida per la musica italiana e il suo mercato. Un occhio di riguardo va a Taranto, che dopo2 colonne inossidabili come Mietta, voce titanica, e Mariella Nava, cantautrice raffinata, ha inanellato 2nuovi cantautori, già avviati – in netta controtendenza con le politiche discografiche del momento – ad un’escalation lenta ma duratura nel tempo. Trattasi di Renzo Rubino e Diodato: il primo, tarantino di nascita, il secondo d’origine.

Entrambi prestigiose rivelazioni dell’ultimo impopolare Festival di Fabio Fazio; entrambi agli antipodi della sempre più forsennata mercificazione da talent, che diseduca l’ascoltatore passivo e falsifica la percezione della realtà musicale attuale, ben più rosea e in movimento di quanto in realtà non appaia.Ora, prima della pubblicazione del loro nuovoalbum, in programma entro il 2016, si ritrovano a condividere lo stesso palco, e proprio nella loro città. Il concerto evento del Primo Maggio di Taranto gli annovera, infatti, tra i suoi protagonisti: Diodato in qualità di direttore artistico con Roy Paci e Michele Riondino, Rubino nelle vesti di ospite musicale. Tra i tanti artisti, rigorosamente di genere maschile, che si esibiranno al Parco Archeologico delleMura Greche anche Daniele SilvestrieNiccolò Fabi.

Lecce, al contrario di Taranto, è riuscita a strappare una candidatura come 'Capitale europea della cultura 2019'. Poi il titolo è andato a Matera. Ma, al di là del risultato finale, cosa pensi di queste 2 città e del loro modo di rapportarsi alla cultura?

Diodato: Taranto ha problemi più importanti a cui pensare adesso. Lecce è indubbiamente una delle capitali europee della cultura.

Le rivalità non servono a nulla. Che si pensi a soluzioni immediate in grado di restituire un futuro ai tarantini e alla terra tarantina. È arrivato il momento di prendere decisioni importanti, di scegliere una direzione nuova che tenga in considerazione le nostre radici, la nostra cultura e bellezza, che ci riporti ad essere il Bel Paese.

Rubino: Taranto negli ultimi anni è stata schiacciata da una comunicazione sbagliata, errata, alcune volte volgare. Perché tutti pensano a Taranto e pensano all’Ilva, a una città distrutta, a una città brutta, invivibile. In realtà Taranto è una delle perle del Sud. Negli ultimi anni è stata maltrattata e violentata da alcuni signori che pensavano più alle proprie tasche, ad arricchirsi, questo è vero. Però Taranto è una perla; bisogna farla conoscere in quanto tale perché è una città straordinaria e bellissima. Quindi bisogna promuoverla come bella città. Anche Lecce è una città fantastica. Noi in Puglia abbiamo la fortuna di vivere in un posto incredibile. Tanti paesi diversi tra di loro, ciascuno con un’appartenenza storica molto importante.

Io stavo pensando, Ugo, di trasferirmi a Lecce perché comunque è una di quelle città che mi fa star bene solo al passaggio.

L’artista con cui dividi l’intervista: pregi e difetti, canzone preferita e canzone con cui duetteresti.

Diodato: Direi che ha una gran carica sul palco e i suoi brani non sono per niente banali. Difetti? È troppo alto. Mi piace molto “Ora”. Duetto? Un pezzo di Fred Buscaglione?

Rubino: Non posso associare difetti ad Antonio perché per fortuna le cose che mi fanno avvicinare ad un artista sono i pregi. Se leggessi i difetti non lo apprezzerei. Di Antonio io adoro la sua potenza vocale, la sua voce, la sua forza e una sensibilità artistica particolare. È uno bravo Antonio e merita di far parte di questo mondo e di starci per tanto, tanto tempo.

Ci conosciamo, abbiamo vissuto un’esperienza sanremese sincera. Dopo abbiamo anche duettato assieme: abbiamo fatto “Ritornerai” di Bruno Lauzi. E poi ovviamente c’è “Babilonia”, per il momento è il suo inno, a me piace molto!Oltre ad essere un amico, è un vero artista.