Vittorio Sgarbi, critico d'Arte e polemista, di fama internazionale, è ora in guerra con Ferrara, sua città natale (Ro Ferrarese). Ha proposto la sua celebre Collezione d'Arte e una mostra attualmente in corso a Osimo (Ancona), ma certa intellighenzia locale e lo stesso vice-sindaco e assessore alla cultura Massimo Maisto hanno risposto picche con spiegazioni molto discutibili, al limite del provincialismo e del condizionamento ideologico. Possibilisti invece, a quanto pare il Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini e lo stesso sindaco Tiziano Tagliani.

Neppure Sgarbi è profeta in patria

Ferrara è senz'altro città d'arte, ma – lo dice lo sviluppo economico globale e reale della città, in tal senso non decolla mai, nonostante eccellenze storiche e anche contemporanee. Certo carattere ferrarese, autoreferente e cosiddetto metafisico, pare poco in sintonia con il presente dinamico e anche mediatico, ostile al futuro. E coinvolge anche figure pure autorevoli e intelligenti come l'ex Direttore dei Musei Civici, Ranieri Varese, l'ex direttore dell'Istituto del Rinascimento, Gianni Venturi, l'attuale direttore dell'Istituto Gramsci, Fiorenzo Baratelli. Quest'ultimi hanno sparato a zero contro Vittorio Sgarbi e le sue proposte alla città : accusandolo di essere quasi un buffone.

“Un D'Annunzio padano”... come se il Vate della Poesia italiana fosse roba da talk show! Peccato che Sgarbi sia noto ovunque non solo come polemista politicamente e culturalmente scorretto, ma anche come autorevole e creativo critico d'arte e da decenni, mentre certi suoi critici li conoscono solo in certe nicchie culturali e ideologicamente orientate.

Già recentemente Sgarbi fu oggetto di una quasi lista di proscrizione per una sua iniziativa a Bologna, felicemente poi realizzata, da parte di Accademici ben poco democratici. La miseria di certa Provincia e di certi Professori un poco deja vu.

Il Ministro e il Sindaco sgarbiani

La polemica è esplosa e assume toni anche paradossali perché lo stesso vice sindaco e assessore alla cultura, Massimo Maisto, ha bocciato a priori la proposta di Vittorio Sgarbi, ma sia il Ministro dei Beni Culturali, il ferrarese Dario Franceschini e soprattutto il sindaco Tiziano Tagliani, sempre area PD, non sono contrari a priori ma possibilisti.

Tagliani, anzi, ha persino aperto una breccia inedita (dal punto di vista istituzionale), contestando sui media una certa casta culturale ferrarese prevalente. Sgarbi ha già tuonato contro Ranieri Varese e Baratelli e, come non mai, contro Maisto : “Mai a Ferrara la mia Collezione, finché Maisto in ruoli istituzionali”, con tanto di puntuale video-capra virale nella Rete. Una cosa è certa: ovunque Sgarbi (la sua Collezione stessa già esportata felicemente in Spagna e Messico) fa audience sconosciute a Ferrara; egli stesso è un Mass Media Man di alto livello e proprio Sgarbi a Ferrara segnerebbe una svolta, educando la città a sguardi finalmente futuristici di marketing culturali 2.0. Ferrara ha bisogno di figure come Sgarbi per evolversi dalla sua ambigua metafisica mentale agli anni duemila e tornare "volante" nel futuro, come lo è stata nel Rinascimento.