Il 20esimo lavoro di Almodovar, presentato a Cannes recentemente, è ora arrivato nelle sale italiane e ci racconta una storia dolorosa e misteriosa.Chi ama questo regista e ne conosce le peculiarità si trova spiazzato con questa storia, perché la narrazione, che parte quasi dalla fine, ed è impostata su una serie di continui flashback ed ellissi, corre sul filo dell'angoscia e dell'imprevedibilità della vita.

Tutta la storia, che risulta essere l'assemblaggio di tre racconti di Alice Munro, si dipana da un evento imprevedibile e tragico che si svolge su un treno.La protagonista fa l'incontro del destino, ma questo avviene a seguito di un altro incontro con uno sconosciuto.

Trama e riflessioni sul film Julieta

Il treno è diretto a Madrid, e la giovane, interpretata da Adriana Ugarte, si trova nello scompartimento un signore che vorrebbe parlare con lei. Per tutta risposta la ragazza si alza, si reca nella carrozza ristorante e lì incontrerà l'uomo di cui si innamorerà.Dopo poco il treno fa una frenata improvvisa, sta quasi per deragliare. Perché? L'uomo sconosciuto che avrebbe voluto parlare con lei si è gettato dal treno ed è morto.

E questo è il primo senso di colpa che s'insinua nella protagonista.

La storia non può essere svelata per intero. L'intreccio si costruisce per flashback e le vicende saranno torbide ed amare, ma quello che più affascina in questo film, è la riflessione su come il senso di colpa si insedi nell'animo delle persone più sensibili e sia capace di distruggere proprio le vite di persone buone e colte.

Julieta è bella, dotata di talento didascalico, è una affascinante insegnante, ha tutte le carte in regola per vivere una vita piena e di soddisfazione, eppure non sarà così, e solo molto più avanti negli anni, a seguito di una tragedia vissuta dalla figlia, si aprirà uno spiraglio, nel destino della protagonista.

Stupendi i luoghi in cui sono girate le scene della casa del pescatore e del padre.

Stupendo e pieno di bellezza amara il rapporto con la madre. Ma quello che il regista ci dice è che la vita si fa più crudele proprio con le creature migliori e più innocue, con quelle che hanno creduto nell'Arte e ne hanno fatto la propria ragione di vita.

L'immagine del cervo che in una notte d'inverno corre parallelamente al treno in cerca della sua compagna è simbolica, nelle storie di passione vera il compagno trovato e perso è il nucleo fondante dell' esistenza, un affetto spezzato e mai più ripreso è un dolore capace di annientare anche la fibra più forte e Julieta lo svela a quella figlia che scompare per più di dodici anni.

'Se te ne vai finirà il mio mondo, un mondo in cui esisti solo tu. Non andartene, non voglio che tu vada, perché se te ne vai in quello stesso momento muoio io'. E la canzone di Chavela Vargas 'Si no te vas' lo sottolinea ancora.

Grande lavoro, lontano dalle bizzarrie e dalle vicende intricate di sempre. Film che si muove su una struttura più semplice, ma molto, molto più efficace per raccontare il dolore della perdita di affetti fondanti.

Tutto sullo sfondo di una Spagna dalla bellezza sfolgorante, nelle sue campagne, nelle sue coste frastagliate e nella sua capitale Madrid. Molto curato anche il commento musicale di Alberto Iglesias.