Il campanello d'allarme è arrivato poche settimane fa quando Fedez ha comunicato in una conferenza stampa a Milano di aver deciso di cambiare società di gestione dei suoi diritti d'autore.Il celebre musicista e rapper ha infatti annunciato di aver scelto la giovane Soundreef e di aver lasciato la SIAE in virtù di una maggior trasparenza nei conteggi e velocità nei pagamenti di Soundreef rispetto a SIAE. In una parola sola Fedez ha fatto capire che si aspetta "efficienza" da parte della giovane startup italo-britannica, efficienza che evidentemente non trova in SIAE.

Se fino a pochi mesi fa SIAE si dimostrava a parole indifferente all'eventuale concorrenza di altre società sul mercato italiano, forte del monopolio di cui è investita per legge da oltre settant'anni, oggi le cose appaiono molto diverse e il timore che Fedez sia solo il primo di una lunga serie di big a lasciare l'ente appare un'ipotesi realistica.

Solo il timore della concorrenza infatti può spiegare il senso della lettera inviata dalla SIAE ai suoi ottantamila autori iscritti in cui sostanzialmente ricorda il ruolo centrale della SIAE nella difesa del diritto d'autore e come motore culturale del Paese, cosa che nessun'altra azienda può garantire in quanto l'unico scopo degli "altri" sarebbe il mero profitto.

L'ascesa di Sundreef in Italia, determinata dagli effetti della direttiva europea "Barnier" a cui l'Italia dovrà volente o nolente adeguarsi (é già in ritardo di due mesi rispetto alla scadenza), fa evidentemente preoccupare la SIAE, alle prese con una forte azione di rinnovamento interno e di immagine, sempre più ridotta ad una sorta di "Equitalia" del diritto d'autore.

Nonostante le recenti dichiarazioni del ministro della cultura Dario Franceschini, il quale non solo rimarca il ruolo centrale di rappresentanza della SIAE in un mercato europeo molto frammentato ma fa capire che la riforma dell'ente in seguito al recepimento della direttiva Barnier non necessariamente toccherà la posizione di monopolio, la SIAE non dorme sonni tranquilli.

Ad agitare ancor di più il futuro della SIAE sono le numerose pressioni trasversali da più settori della cultura che ormai chiedono a gran voce al Parlamento di legiferare per la completa liberalizzazione del mercato del diritto d'autore. A queste si aggiunge l'aggressiva campagna promozionale di Soundreef, prima "collecting society" ad aver affrontato la delicata sfida a SIAE sul terreno del diritto d'autore in Italia. E le risposte di Soundreef alla notizia della lettera della SIAE agli autori non si sono fatte attendere.

La società guidata da Davide D'Atri precisa come SIAE nella lettera non faccia alcun riferimeno al tema della velocità dei pagamenti e delle modalità di ripartizione dei proventi del diritto d'autore.

Proprio questi due elementi sono alla base di un certo malcontento di diversi autori e sono gli stessi motivi che hanno convinto Fedez a lasciare SIAE.

In un comunicato diffuso da Soundreef si legge che "Noi crediamo fermamente che solo un buon servizio per gli autori possa fare la differenza nello sviluppo della cultura e nella crescita del mercato dei contenuti creativi. Fanno sorridere oggi le promesse fatte da SIAE sui futuri investimenti per rendere più efficiente il proprio sistema di ripartizione, giunte solo con l’ingresso di un competitor sul mercato. Questo dovrebbe fare riflettere sugli effetti della concorrenza e sul conseguente miglioramento reale del servizio per gli autori e gli editori".