Il nuovo film di Gabriele Muccino è una sorpresa piacevole e un bel modo per iniziare una nuova stagione cinematografica. E' soprattutto un'occasione per raccontare l'alterno andamento degli stati d'animo, come dichiara lo stesso regista in una intervista.Tutta la storia, che apre con le riflessioni sulla morte del diciottenne Marco (interpretato da Brando Pacitto), protagonista della vicenda, è un modo per raccontare come sia possibile uscire dalla logica asfittica delle maschere ed essere davvero se stessi.Roma, la scuola e gli anni del liceo mettono addosso a Maria, la protagonista femminile (Matilda Anna Ingrid Lutz) l'appellativo di 'suora', solo perchè non si uniforma al modello corrente, di ragazza disinvolta, che va in discoteca, compie precocemente esperienze sessuali, si abbandona allo sballo e alle gradassate.

Il vero senso della storia

Basta uscire da quell'ambiente ed essere catapultati in un mondo nuovo, in questo caso è San Francisco, la bolla libertaria dell'America, che Maria, tra una coppia gay e un suo vecchio e odioso compagno di classe, ritrova finalmente se stessa.E la vacanza a San Francisco, ospiti per 21 giorni di una coppia gay non è meravigliosa perchè San Francisco è una favola di città e perchè le acque di Cuba sono calde. No, proprio per nulla.

E' meravigliosa, perchè per una imponderabile serie di circostanze fortunate i quattro giovani si aprono, si raccontano, riescono, pur nella turbolenza delle loro storie personali, a dimostrarsi affetto e comprensione. Arrivano a stabilire quel cerchio di empatia avvolgente che li fa sentire come membra di un solo corpo.Ecco perchè i bagni nelle spiagge di Cuba sono da sogno, ecco perchè le serate nei locali dello sballo sono un divertimento assoluto, ecco perchè le relazioni tra i quattro si fanno fluide e rischiano in certi momenti di far saltare gli equilibri iniziali.

No, non c'è perversione, non c'è promiscuità, c'è invece l'occasione di sentirsi così vicini nella comprensione e nell'affetto, che separarsi è doloroso, e il ricordo rimarrà indelebile sino alla fine dei giorni.Non sono le spiagge di Cuba o la vita a San Francisco che rende la storia di questa estate affascinante e indimenticabile, quello che invece è raro, e foriero di felicità, è ciò che i quattro giovani vivono abitando nella stessa casa.

La capacità di comprendersi e sostenersi vicendevolmente scalda il cuore di tutti, permette a tutti di abbattere le maschere sociali, le orribili maschere che ci chiudono nelle gabbie delle 'omofobie', del 'razzismo', della 'suora' e della 'bigotta' e finalmente, in un clima di compenetrazione dell'uno con l'altro, il senso di essere se stessi si fa avanti e vince su tutto.

Non è una storia banale o fatta di stereotipi, come certa critica dichiara, no, tutt'altro. E' la fatica di azzerare i pregiudizi, è la scoperta di potercela fare e ritrovare le migliori energie. Forse è vero solo un fatto, nella vicenda raccontata da Muccino, che tutto questo avviene tra un quartetto di figli di benestanti.Molto interessante la colonna sonora curata da Jovanotti.Straordinarie le riprese a 360° che ci mostrano, quasi in un rito speculare, come il mondo sia più bello se l'animo umano si libera dalle catene del conformismo.