Il 14 ottobre scorso è uscito 'terza stagione', il terzo album ufficiale di Emis Killa, un lavoro che ha segnato una sorta di ritorno al passato per il rapper classe '89 originario di Vimercate (MB). Il disco è caratterizzato da un'atmosfera malinconica e spessoaggressiva, tanto nel sound quanto nei contenuti, duri, taglienti, senza peli sulla lingua e per certi versi scomodi, caratteristiche che hanno permesso all'album di debuttare al primo posto nella classifica delle vendite in Italia.

Grezzo e ignorante

'Un album all'80 % grezzo e ignorante', con queste parole Emiliano Rudolf Giambelli, in arte Emis Killa, aveva voluto descrivere la sua ultima fatica qualche settimana prima dell'uscita.

Le intenzioni sono state poi confermate con le pubblicazioni dei video di due brani particolarmente duri come "Dal Basso" e "Quello di prima" e definitivamente suggellate con l'uscita del disco, caratterizzato da un linguaggio forte ma mai volgare in maniera gratuita, crudo ma altrettanto onesto e per questo carico di contenuto.

Tanti i brani che hanno fatto discutere, come "Jack", che descrive un percorso di alcolismo, o "Tre messaggi in segreteria", canzone che racconta una storia di stalking finita in tragedia. Nel pezzo, Emis Killa si immedesima nello stalker, attraversando tutte le fasi del percorso che lo trasformerà in killer, dalladepressione fino alla rabbia dovuta all'impossibilità di cambiare le cose, l'intento è chiaramente quello di lanciare un messaggio contro la violenza sulle donne, ma in molti hanno supposto che il brano potesse essere frainteso dagli ascoltatori più giovani,di conseguenza Emis Killa si è visto costretto a fare delle precisazioni.

Amo tutte le donne, a patto che rimangano zitte

"3 messaggi in segreteria" non è l'unica traccia di Terza Stagione che l'autore ha dovuto spiegare, nel testo del pezzo "Quello di prima" è infatti presente una rima che ha fatto altrettanto discutere:"Amo tutte le donne, a patto che rimangano zitte / Sempre appresso a ste cagne, frà dovevo fare il dog-sitter" una frase che ha attirato l'attenzione di molti, anche e soprattutto perché in questo caso – a differenza di '3 messaggi in segreteria' – è estrapolata da un brano molto personale in cui il rapper parla solo e unicamente di se stesso. Emis Killa ha liquidato la questione come un'esagerazione auto-celebrativa da non prendere troppo sul serio.