Chi ha acquistato il biglietto orario può mettersi l’animo in pace: la fila dall’ingresso del MAMbo al vero e proprio accesso alla mostra David Bowie Is dura quaranta minuti. Peggio ancora per chi è arrivato davanti al museo senza prenotare: tutti i biglietti sono sold out nei giorni del 5 e 6 novembre.

100.000 visitatori nella sola giornata di sabato, la mostra su David Bowie, organizzata dal Victoria and Albert Museum continua a mietere record. Nonostante la calca e gli inevitabili contrattempi organizzativi, la lunga attesa viene ampiamente ripagata: quello che attende all’interno è un viaggio visionario e surreale nella mente e nelle opere di un artista poliedrico e irrequieto, un percorso perfettamente intonato al lavoro spiazzante e avanguardistico di David Bowie.

Benvenuti nello spazio interplanetario

È il nero ad avvolgere e proiettare immediatamente il visitatore in quello che sembra un ambiente spaziale, fuori da ogni regola comune, costringendolo a dimenticarsi del mondo esterno al museo e persino della calca che lo circonda, tutta silenziosa e altrettanto assorta.

Grazie a una collaborazione con la Sennheiser, non è solo un’esperienza visiva quella che attende: la voce di David Bowie e la melodia delle sue canzoni si attivano automaticamente a seconda del punto della mostra che viene esplorato, sincronizzandosi ai video di interviste e performance sul palco che popolano ogni tappa di un lungo viaggio, che parte dal 40 di Stansfield Road, Brixton, lì dove David Bowie è nato l’8 gennaio 1947.

Quadri, fogli riempiti in una scrittura fitta e disordinata, manifesti pubblicitari, le chiavi del leggendario appartamento berlinese, sintetizzatori e costumi, tantissimi costumi: tutto ciò che è Arte e fa arte, David Bowie l’ha toccato ed è necessario ma non sufficiente a coglierne l’eclettica e lunghissima carriera.

Una mostra visionaria per un bowie più che visionario

Non c’è mezzo a cui l’innovativa e assai sperimentale mostra del Victoria and Albert Museum non ricorra, per catturare il visitatore: dagli specchi riflettenti, che rimandano in un prisma l’esibizione di Starman al Top of the Pops del 1972, ai multischermi che restituiscono più immagini differenti dei suoi videoclip, alla sala dove vengono proiettate alcune delle molte performance cinematografiche di Bowie, ogni sforzo nell’allestimento sempre differente di ogni sala viene fatto, per descrivere con grande potenza emotiva la mente e la storia di questo artista poliedrico.

La tappa finale è un cubo di maxischermi e costumi intrappolati dietro grate scure che si alternano sulle quattro pareti, circondando e fagocitando il visitatore nell’arte di Bowie fino a lasciarlo sopraffatto. Non è stato detto tutto, forse, ma è stato mostrato tanto e nel modo più congeniale a David Bowie stesso. Ogni mezzo del mondo artistico è stato chiamato a raccolta e David Bowie Is si rivela un’esperienza totalmente innovativa e immersiva nella vita di un artista che non è mai stato solo e semplicemente un cantante.