Sicuramente, quello popolare o, perlomeno, più popolare è lui. Il musicista Richard Melville Hall. Si sta parlando di una star della musica elettronica e autore di un successo mondiale come “Play”, ovvero moby. Questo solista di gran successo, recentemente, chiacchierando con un giornalista di THUMP, ha ricordato come, a volte e a causa di giudizi personali molto rigidi, le frequentazioni umane possano sortire delle idiosincrasie. Moby ha parlato di un evento singolare della sua vita: l’odio che, per molto tempo, Richard James ha nutrito nei suoi confronti.

Chi è Richard James è presto chiarito. Si tratta di un altro artista che si esprime con composizioni elettroniche. È più conosciuto col nome di Aphex Twin.

Le ragioni di Aphex

Per capire l’astio artistico e la scarsa sopportazione che Aphex Twin nutriva nei riguardi di Moby, bisogna arretrare nel tempo. Supportati dai ricordi dell’autore di “Play”, si raggiungono i tempi del tour che lo videro insieme con Aphex Twin. Era il 1993 e si era negli Stati Uniti. In quell’occasione, per una dozzina di date, i due si trovarono di colpo a condividere gli spazi angusti di un tour bus. Con loro erano presenti anche altri colleghi ‘elettronici’: Orbital e Vapourspace. Ma, a quanto pare, gli ultimi due, non sortirono da parte di Aphex bruschi trattamenti.

Il fatto è che, sia per Aphex sia per l’etichetta inglese Warp Records, Moby non risultava sufficientemente “cool” per appartenere alla sperimentazione pura e artistica. Moby era percepito come un intruso. Per un producer purista come il britannico Aphex, il taglio dei suoi brani era rivolto a un pubblico dancefloor. Non c’era, secondo il suo modo di vedere, voglia di sperimentare nuove sonorità.

Ovviamente, quando l’americano cambiò ulteriormente il suo stile hardcore techno convertendolo nel big beat e poi nel pop da lì a pochi anni, riscuotendo ancora più seguito, il giudizio negativo s'inasprì. Moby, nella sua recente autobiografia, segnala con chiarezza gli errori di valutazione che il suo collega di musica elettronica aveva fatto nei suoi confronti.

Infatti, ha scritto: “Mi definì uno snob con i giornalisti”. La qualifica di snob gli era stata data a causa della scarsa disponibilità di Moby per le interviste. Ma l’americano si è difeso affermando: “…avevo soltanto una terribile insonnia derivata dal tour in bus”. Comunque e puntando l'attenzione su Aphex Twin, è notizia recente che, dopo ben otto anni, l'artista è tornato a interessarsi di concerti e sala di registrazione.

Non solo Moby

Ad incappare nel caratteraccio di Aphex Twin non c’è stato, come si può arguire, solo Moby. Altra vittima eccellente è niente meno che il mostro sacro pioniere dell’elettronica, Karlheinz Stockhausen. In quest'occasione, pare che il ‘la’ sia partito dal direttore d’orchestra.

Quest’ultimo, nel giudicare il materiale sonoro del producer inglese, si espresse con cipiglio spocchioso. Era il ’95. Dopo l’ascolto della musica di Aphex Twin, il Maestro commentò: “Ho ascoltato la musica di Aphex Twin e penso che lo aiuterebbe molto ascoltare il mio lavoro, ‘Gesang der Jünglinge’, così la smetterebbe con tutte queste ripetizioni post-africane…”. La risposta non si fece attendere. Se c’è una cosa che il producer britannico non è mai stato bravo a fare è tacere: “…Penso che sia lui a dover ascoltare un paio di mie tracce tipo ‘Digeridoo’. Così almeno la smetterebbe con quei pattern astratti e casuali sui cui nessuno può ballare”.