"Fuocammare", il docufilm di Gianfranco Rosi del 2016 tutto ambientato sul dramma dell'immigrazione, ha ottenuto l'ennesimo riconoscimento guadagnandosi un'ambita nomination nella corsa agli Oscar holliwodiani, nella prestigiosa sezione "miglior documentario". L'opera del regista era già stato candidato all'oscar come miglior film straniero nel settembre 2016, per poi essere però escluso a causa di un'incompatibilità con la categoria. A sorpresa però, proprio in questi giorni di gennaio, "Fuocoammare" è entrato a far parte della cinquina dei migliori film nella sua categoria naturale, quella dei documentari.

Portando ancora una volta in alto il buon nome della cultura cinematografica del nostro belpaese. Va ricordato che l'opera, internazionalmente riconosciuta come un moderno capolavoro, ha già vinto un premio al festival di Berlino, meritandosi un "orso d'oro" (un altro tra i premi più ambiti nel mondo del Cinema).

Un film duro sulla cruda realtà dell'immigrazione

L'opera di Rosi, autore che ha già fatto incetta di premi con le sue opere precedenti come il contestato docufilm "Sacro Gra" che racconta le storie che gravitano intorno al grande raccordo anulare di Roma, è uno spaccato che racconta attraverso la storia del piccolo Samuele l'intero dramma dell'immigrazione clandestina, che colpisce un'Italia geograficamente in prima linea.

Il film si svolge a Lampedusa, la splendida isola siciliana che per la sua posizione geografica ha la sventura di essere diventata l'approdo naturale di coloro che scappano dalle loro terre e dalla miseria con la speranza di costruirsi un futuro migliore in Europa. Nel film si narrano, attraverso le voci di alcuni protagonisti, anche le storie di chi non è riuscito ad arrivare a destinazione.

Spesso morendo nel tragitto di un viaggio della speranza che mette a dura prova migliaia di vite umane. Il film ha vinto anche una serie di premi minori ma altrettanto validi, come il "premio del pubblico al miglior film europeo" e il premio "roberto Perpignani" per il miglior montaggio.