S'intitola La scelta decisiva (Corbaccio, pagine 432, euro 18,60, traduzione di Alessandra Petrelli) il nuovo romanzo della scrittrice tedesca Charlotte Link.

Simon sognava di trascorrere le vacanze di Natale con i figli e la compagna nel Sud della Francia. Ma i figli hanno tutt’altri progetti e la compagna lo abbandona all’ultimo momento. Simon decide di partire da solo, finché incontra Nathalie. Disperata, senza soldi, senza documenti, la giovane donna non sa dove andare e Simon d’impulso fa una scelta che lo precipiterà in un mondo oscuro e pericoloso...

La forza delle donne

Nel suo romanzo le figure più forti e determinate sono quelle femminili...

Mi è capitato di osservare questa cosa che è tutt'altro che un cliché: quando le situazioni sono critiche, allora le donne diventano più attive, pragmatiche rispetto agli uomini, affrontano i problemi con maggior lucidità. Non voglio generalizzare, perché naturalmente moltissimi uomini si comportano nello stesso modo nei momenti critici, ma per quello che ho potuto osservare le donne riescono a compiere i passi giusti, laddove gli uomini si perdono in dibattiti e chiacchiere.

Nel libro il terrorismo è evocato, fa da sfondo, anche se non è parte della trama...

Mi trovavo in Francia in occasione degli attacchi terroristici, per questo ho colto con molta precisione ed esattezza come all'improvviso la situazione sia cambiata, come l'intero Paese sia cambiato, in quel momento.

La leggerezza della Francia del Sud era completamente scomparsa e io ero del tutto senza parole davanti ai resoconti della televisione.

Raccontare i traumi

Il testo è narrato in terza persona, ma Nathalie parla in prima persona. Perché questa scelta?

È una cosa che è nata spontanea, non l'avevo pianificata. Nathalie ha una storia del tutto particolare.

Ci sono questi salti all'indietro nel passato, alla sua infanzia. È una persona fortemente disturbata e mi sembrava che sarei riuscita ad avvicinarmi a lei, ai suoi traumi solo se l'avessi raccontata in prima persona, se avessi adottato il suo linguaggio, che è estremamente diretto, privo di orpelli.

Quanto è frutto della sua fantasia e quanto di indagini e conoscenze sul campo?

La storia di per sé è frutto della mia fantasia, nessuno dei personaggi esiste realmente, ma il contesto della tratta di esseri umani è vero, basato su fatti reali. Ho proiettato tutto questo su dei personaggi fittizi.