È on line il video ufficiale “Where's The Revolution” che anticipa il nuovo album in uscita dei Depeche Mode: “Spirit” previsto per metà marzo circa. Se le premesse sono quelle del clip, la storica band elettronica, ai vertici dagli anni '80, da un lato conferma la propria creatività: più in generale come poi i Kraftwerk maestri fondatori del genere o lo stesso Giorgio Moroder, il suono sintetico in un certo senso torna alle origini sul piano concettuale.

Il video retrofuturista

Rigorosamente in bianconero, ambientato in uno scenario vago, soprattutto in una specie di cortile metaforicamente urbano carcerario, ma è il bianconero che colpisce, il video clip profuma sul piano estetico di cosiddetto retrofuturismo, sul piano sociale evoca atmosfere altrettanto evanescenti: come dal titolo e dal testo, i Depeche Mode strizzano l'occhio ma con consapevolezza e autenticità al nostro tempo dei popoli sia oppressi dalla crisi contemporanea sia da certe atmosfere orwelliane che inquinano le democrazie contemporanee.

I Depeche Mode sono ormai dei postclassici della musica pop. L'uso del bianco e nero è una critica in certo senso al cromatismo inflazionati delle moderne società liquide, ai Colori mistificanti e manipolatori, un invito alla riflessione.

I Depeche Mode e la Wave elettronica, oggi

Dopo le sbornie house, techno, trance, ambient più commerciali e delle discoteche, tutte ispirate dalla svolta new wave degli anni 80/90 del secolo scorso, con oltre ai Kraftwerk e Giorgio Moroder già citati e il francese Jan Michelle Jarre, gruppi storici come Ultravox e Devo, gli stessi Jonh Foxx e Gary Numan tutt'oggi attivissimi, fino agli Orbital, Daft Punk e altre band, la musica delle macchine stesse cosiddetta, poi dei computer, dopo la svolta stessa dall'analogico al digitale, è sempre più vera icona musicale di massa degli anni duemila.

Certa distanza storica legittima, crediamo, sul piano critico, tale mappa “storica” per la musica elettronica che continua, segnalando anche con i Depeche Mode, il suo valore conoscitivo e non solo strettamente artistico. La Wave elettronica testimonia nelle sue band migliori, un ritorno a certa identità sociale e culturale, controcorrente, gira e rigira nel solco di certo umanesimo tecnologico quanto mai salutare per le società postmoderne.