Beppe Grillo è di nuovo al centro della polemica. Stavolta però, i problemi per il leader del Movimento 5 Stelle non provengono dalla scena politica, ma dal palco. Perché, in una sorta di ritorno alle origini, Grillo è nella bufera per lo stesso motivo per il quale ci finì nei primi anni '90: alcune battute pronunciate durante un suo show.

Beppe Grillo: la battuta che scatena le polemiche

Nel suo nuovo spettacolo "GrilloVsGrillo", disponibile dal 10 febbraio su Netflix (primo esempio di uno show comico italiano diffuso direttamente sulla piattaforma streaming, pratica invece diffusissima negli altri paesi, specialmente quelli anglofoni), il comico genovese decide di dedicare qualche minuto all’argomento della transessualità.

Dapprima ironizza sul fatto che, a fare battute sull’argomento c’è il rischio di essere querelato, in riferimento alle critiche che gli furono rivolte da Vladimir Luxuria nel 2012, e poi aggiunge che "Una volta non dicevi transgender: o è una donna col belino (termine gergale genovese con cui si indica il pene, ndr) o un uomo che parla tanto".

Grillo prosegue, accostando la figura del transessuale a quella della prostituta, suscitando le risate del pubblico presente al Politeama di Genova. Il breve spezzone dello spettacolo è stato diffuso sui social ed è diventato virale in brevissimo tempo, scatenando le reazioni indignate di migliaia di utenti della comunità LGBT. Le critiche non riguardano tanto il linguaggio utilizzato, quanto l'accostamento dell'essere transessuale al mondo della prostituzione.

La comunità LGBT contro Grillo

Il portale "Gaypost.it" ha sottolineato come queste parole non siano accettabili da un personaggio che è, a tutti gli effetti, il leader di un movimento politico, seppure nella veste di comico durante uno spettacolo. Nello stesso articolo, Ottavia Voza, presidente di Arcigay Salerno, seppur dicendosi a favore della libertà di espressione e di satira, ha definito le esternazioni di Grillo come "meritevoli di disprezzo", ed ha approfittato dell'occasione per evidenziare nuovamente l’esigenza di una legge contro l’omo-transfobia.

Questa polemica è tutt’altro che trascurabile per Beppe Grillo: nel suo spettacolo afferma più volte che gli manca l'attività da comico, ma che allo stesso tempo deve necessariamente considerare come ormai la sua figura sia inscindibile da quella di leader politico. Inoltre il Movimento cinque Stelle ha una storia contraddittoria in merito alla lotta per i diritti della comunità LGBT, poiché i suoi membri hanno attivamente partecipato alla battaglia a favore delle unioni civili ma, al momento del voto in Senato, si sono astenuti.

E in un periodo d’incertezza politica come quello dell’Italia attuale, in cui ogni schieramento politico è in costante campagna elettorale, questo scivolone di Grillo, avvenuto pochi giorni dopo il suo attacco alla prima pagina di "Libero" su Virginia Raggi, potrebbe avere delle conseguenze pesanti.