Dagli anniversari di eventi storici e dagli scontri ideologici che ne scaturiscono chi ne trae maggior giovamento è la conoscenza dei fatti.

Il filosofo Benedetto Croce, che era abruzzese, sosteneva che ogni storia è storia contemporanea, perché riproietta i suoi significati nel presente.

Per esempio, adesso, è quantomai importante ricordare che sotto Adolf Hitler, che continua a essere ripreso sui blog, mancò un tipo di resistenza armata come quello che opposero i partigiani a Benito Mussolini.

Tra questi ora emerge che ci furono molti uomini e donne del Sud Italia al Polo 900, ex Museo diffuso della Resistenza, è pronta una banca dati su di loro.

Non stupisce affatto visto che la spinta alla Liberazione avvenne con lo sbarco degli angloamericani in Sicilia, anche se il laboratorio ideologico della guerra civile era a Torino.

Da Salò alla Liberazione

La svolta fu la fuga di Mussolini tra Lombardia e Veneto dove instaurò la Repubblica di Salò e comincio la repressione dei partigiani. Così la Resistenza divenne guerra civile, prima ancora che lotta di liberazione dai tedeschi.

Sono passati vent’anni dagli studi revisionisti di Claudio Pavone, Gianni Oliva e Angelo d’Orsi, ma l'esperienza partigiana è stata poco approfondita, probabilmente perché mancavano i documenti e forse anche l’equilibrio scientifico.

Solo il censimento online, svolta tecnologica epocale, sui partigiani piemontesi per il cinquantenario della lotta di Liberazione ha consentito di mettere a fuoco questa realtà.

Dalla banca dati, presentata la settimana scorsa dal vicepresidente del Consiglio regionale Nino Boeti, si è avuta la conferma che la presenza di uomini e donne meridionali è stata rilevante sia sotto il profilo numerico sia sotto il profilo della qualità dell'apporto fornito.

Erano segnati da culture, modi di sentire, esperienze diverse a immagine di un'Italia allora ancora più differenziata nei suoi territori di quanto non lo sia ancora oggi.

Ma erano uniti nell'intento di liberare l'intera nazione dallo straniero.

L’accurata revisione dei campi relativi alle province di provenienza e alle professioni consentono oggi di riflettere su nuovi possibili percorsi di ricerca e nuove attività per la scuola, partendo dalle fonti.

I patrioti meridionali

Dal Sud venivano 7.928 patrioti a combattere per la liberazione dell’Italia e per un centinaio di loro è stata ricostruita la vita.

A Salerno, capitale provvisoria del Regno del Sud ci fu, invece, la svolta di Palmiro Togliatti che ricompose le disperse anime politiche della Resistenza. La linea gotica era la frontiera tra Rimini e La Spezia che divideva Alleati da nazifascisti.

La memoria storiografica è bipartisan, dopo secoli di antagonismo Nord-Sud, tra Savoia e Borboni, e decenni di bipolarismo tra fascismo e comunismo. Ne è soddisfatta l’Associazione Immagine per il Piemonte, cultrice delle tradizioni, festeggia alla Basilica di Superga, le donne di Casa Savoia: mogli, madri, sorelle, figlie di principi e re, protagoniste di eventi politici e militari che hanno scritto la storia del Piemonte e dell’Europa.

Alla Bibliomediateca del Museo del Cinema, già domani, viene ripercorsa la figura e l’opera del presidente del Tribunale di Torino sotto il fascismo Domenico Peretti Griva che preferiva i complimenti alle sue fotografie piuttosto che alle sue sentenze.

Sarà presente Paolo Borgna, magistrato oggi e autore di saggi su figure della Resistenza come "Un Paese migliore. Vita di Alessandro Galante Garrone" e "Il coraggio dei giorni grigi. Vita di Giorgio Agosti".