Elena Favilli e Francesca Cavallaro hanno ottenuto con questo libro di storie per bambini, non solo grande successo di pubblico (uscito a novembre 2016 in lingua inglese, è stato tradotto, ad oggi, in dodici lingue), ma risultati da record per la raccolta fondi innescata da Kickstarter in aprile. Un milione di dollari dopo soli ventotto giorni, arrivando lo scorso ottobre alla cifra di 1,3 milioni. Sopra ogni aspettativa.

Ribelli, probabilmente, lo sono state anche loro. Hanno creduto nella loro creatura imprenditoriale anche quando ricevevano grande stima, ma pochi finanziamenti.

Il progetto si chiama Timbuktu Labs, ed è una pad-magazine dedicata ai più piccoli. L’ultimo prodotto di questa casa editrice digitale è un libro di storie per bambini intitolato “Storie della buonanotte per bambine ribelli”, che uscirà in Italia il 28 febbraio edito da Mondadori. Con Timbuktu Labs, hanno vinto il Mind The Bridge 2012 come migliore start-up italiana. Successivamente si sono trasferite a San Francisco per dare una possibilità a qualcosa che nella loro mente era così chiaro, innovativo. E buono.

Il libro

Non ci sono principesse tra queste pagine, né draghi, castelli e tantomeno principi. C’è la storia di una ragazza che sognava di volare ed è diventata la prima donna a compiere una trasvolata in solitaria dell’oceano atlantico.

Il suo nome era Amelia Earhart; e quella della bambina che adorava il suo pupazzo Jubilee, una scimmia. Si tratta di Jane Goodall che a soli ventisei anni e senza alcuna formazione accademica, ma solo seguendo la sua grande passione ha permesso all’etologia di compiere un grande passo avanti nello studio degli scimpanzé. E’ lei la protagonista del commovente abbraccio di Wounda, che ha fatto il giro del mondo in un video di qualche anno fa.

Si narra di una giovane regina d’Egitto, colta, intelligente, che grazie alle sue doti riesce a riprendersi il trono, dopo l’esilio impostole dal fratello. E di una donna che ha imparato a trasformare il dolore, in opere d’arte. Cleopatra e Frida Kahlo, così si chiamano. Il libro raccoglie cento storie (e cento immagini) come queste, di donne che grazie ai loro sogni ribelli hanno cambiato il mondo.

Autrici ribelli

Dice Francesca Cavallaro (laurea in Scienze umanistiche per la comunicazione; regia teatrale alla scuola Paolo Grassi): "Sono ossessionata dall’idea di guardare la realtà per il suo potenziale, più che per i suoi limiti", e non serve guardarsi troppo in giro per capire dov’è la ribellione in questo modo di pensare. Più spesso la rassegnazione viene venduta come elisir di felicità, soprattutto quando a doversi rassegnare è la metà rosa della nostra società.

Elena Favilli (laureata in Semiotica) racconta, in una intervista al “Guardian”, come si sia dovuta scontrare molto spesso con il velato sessismo che soffia nei luoghi più impensati e all’avanguardia: ad esempio la Silicon Valley. Etichettata come “la ragazza”, riceveva spesso complimenti sul suo aspetto piuttosto che sulla start-up per il quale era in cerca di fondi, e fiducia.

Ma non si è arresa, neanche quando si sentiva dire che due ragazze sole (o due sole ragazze?) non avrebbero dovuto sperare di ricevere credito in un ambiente come quello.

E invece Timbuktu Lab si è sviluppata con successo, e ha dato vita ad un prodotto come questo libro, frutto della passione di due imprenditrici che fanno un invito alle nuove generazioni. Si legge in quarta copertina, "Alle bambine ribelli di tutto il mondo: sognate più in grande, puntate più in alto, lottate con più energia. E, nel dubbio, ricordate: avete ragione voi".