Pietro è un ragazzo di città. Più precisamente vive a Milano. In un'alienata Milano. Il suo equilibrio è legato agli eventi della bella stagione. Infatti, d’estate torna in montagna, fra quei sentieri che rappresentano le sue origini e che danno libertà alle sue emozioni. Ma si sa, sembra dire lo scrittore Paolo Cognetti, Montagne e sentieri sono sempre legati a universi vagheggiati. Nondimeno e a volte, anche i personaggi reali possono condurre in quei pressi. Nel caso di Pietro il referente bucolico esiste e si chiama Bruno. Quest’ultimo si occupa del pascolo delle mucche.

Una storia di legami

“Le otto montagne”, (Einaudi, 2016), tradotto in oltre 30 paesi nel mondo e caso letterario dell'anno in vetta alle classifiche librarie, presenta e racconta, quindi, la nascita di un legame profondo. Un legame che è favorito, tra i due protagonisti, dalla contemplazione della scarna bellezza della montagna. Ma anche dalla continua ricerca di sé che, Pietro, in particolar modo quando si reca tra quelle cime, promuove di continuo.

In fin dei conti, per il ragazzo che vive a Milano, quel viaggio di vacanza che lo porta presso i sentieri montani, è, ogni volta, viaggio di speranza e purificazione. E che, forse, in quel posto di bellezza selvaggia e materna allo stesso tempo, lo porterà a ricongiungere i fili che lo legano ai sogni.

Agli affetti familiari. È un percorso iniziatico che vede in Pietro e Bruno, i due principali attori che si muovono in uno scenario lontano e agognato. Sono due ragazzi agli antipodi per interessi e ambiente, tuttavia, la passione per la montagna li unisce.

L’autore

Nel Libro, probabilmente, vi è riflessa l’ombra dello stesso scrittore.

Infatti, del milanese – come il Pietro di “Le otto montagne” – Paolo Cognetti, classe '78, è conosciuta l’inquietudine. Come anche la sua passione per i lunghi silenzi della montagna. La sua ricerca di un posto nel mondo. I suoi tentativi di individuare la dimensione umana nei paesaggi solitari e alpestri. Così, viene facile comprendere che, nel romanzo “Le otto montagne”, proprio i luoghi fisici e immaginari, sono i veri protagonisti.

Il lettore è aiutato ad afferrare la poetica di questo libro, dallo stesso romanziere che dice: “Noi non siamo solo i luoghi che abbiamo realmente abitato”, e, continuando, “Ma anche quelli che abbiamo letto dentro un libro”.