Arriva nelle sale italiane Autopsy, nuovo film horror del regista norvegese Andrè Ovredal il quale, dopo essersi segnalato all'attenzione dei fan del Cinema di genere con il fantasy - horror Trollhunter, varca i suoi confini nazionali con una produzione americana grazie alla quale spera di sbancare al botteghino e imporsi come autore importante del genere. La strada è di certo ancora lunga, ma questo Autopsy rappresenta un primo passo importante in quanto si rivela una pellicola che sa incutere terrore attraverso l'utilizzo di immagini splatter e atmosfere cupe e inquietanti e, soprattutto, possiede un plot semplice, scorrevole ma al tempo stesso molto solido e ben strutturato.

Nel cast troviamo l'esperto Brian Cox, affiancato dai due giovani astri nascenti Emile Hirsch e Olwen Catherine Kelly che in questo film si limita a recitare da immobile in quanto interpreta l'inquietante cadavere al centro della terribile vicenda.

La trama

In una tranquilla cittadina della Virginia la polizia scopre che nello scantinato di una casa è avvenuto un duplice omicidio. Oltre ai due cadaveri delle vittime, però, ne viene rinvenuto anche un altro di una ragazza misteriosa di cui non si sa nulla. Lo sceriffo così invia il corpo al medico legale della zone Tommy Tilden che, assistito dal figlio Austin, ha il compito di analizzarla e scoprire la causa del decesso. Ma sarà solo l'inizio di una maledetta notte di terrore e sangue.

Una sapiente gestione della tensione

Ovredal riesce nella non facile impresa di mettere d'accordo le due più grandi fazioni di appassionati del genere horror: quelli che adorano gli spatter e il sangue a fiumi e quelli che, di contro, preferiscono storie dal risvolto psicologico e più incentrate su una tensione costruita tramite atmosfere cupe e disturbate.

I primi vengo accontentati dal frequente utilizzo di immagini di autopsie molto forti e truci nelle quali gli organi interni (riprodotti i maniera impeccabile per merito del curato lavoro di truccatori ed autori degli effetti) non solo rendono felici gli amanti del gore, ma sono anche messi a servizio di una storia ben congegnata.

La seconda categoria, invece, trova pane per i suoi denti in un ottimo sfruttamento di spazi interni bui e angusti che si sposano alla perfezione con l'incubo nel quale finiscono i protagonisti e le loro menti, manipolate da superstizioni e credenze popolari.

Il risultato è un prodotto più che godibile, teso, vibrante e che dimostra ancora una volta che non sono necessari enormi budget e mezzi per realizzare film del terrore memorabili. Il voto per Autopsy è dunque una sufficienza piena.